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PROGETTO GLORIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI

Progetto Gloria per monitorare gli effetti dei cambiamenti climatici che ci toccano sempre più da vicino e vanno ad influire negativamente sulla nostra flora e sulla nostra fauna.

Abbiamo chiesto al Professor Graziano Rossi, docente di Botanica ambientale ed applicata del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Pavia, di spiegarci in cosa consiste il Progetto Gloria – Global Observation Research Initiative in Alpine Environment e perché dobbiamo preoccuparci per gli effetti dei cambiamenti climatici su flora e fauna.

Intervista al Professor Graziano Rossi

In cosa consiste il suo lavoro?

paesaggio montano

Il professor Rossi si occupa dell’effetto dei cambiamenti climatici sulla biodiversità, con particolare attenzione agli ambienti di alta montagna, che costituiscono per noi “il polo nord vicino casa”, dove vivono specie adattatesi a queste condizioni estreme.

I cambiamenti climatici, in atto ormai da 30 anni, ed il conseguente aumento delle temperature, hanno reso particolarmente difficile la sopravvivenza di flora e fauna specializzate in ambienti freddi. Il clima meno rigido ha infatti permesso a molte altre specie, come le graminacee, di colonizzare queste aree, una volta territorio esclusivo di piante e animali super resistenti.

Insomma, la Stella Alpina e il Ranuncolo Glaciale, l’Orso Polare e il Pinguino non sono più, purtroppo, gli unici abitanti di queste zone.

Il Progetto Gloria

Proprio per monitorare questi preoccupanti cambiamenti climatici, è nato nel 2001 il Progetto Gloria, che, a livello europeo, mira inoltre a pianificare interventi di salvaguardia e tutela delle specie attraverso piani di resilienza. Il terzo monitoraggio europeo, che coinvolge una serie di aree permanenti sulle Alpi e sugli Appennini, avrà luogo tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 e ci dirà se questo trend negativo è in crescita.

Nell’Italia Centrale e soprattutto nell’Europa meridionale stiamo già assistendo a perdite di piante, una volta tipicamente presenti in alta montagna: molte di loro non sono solo in fortissima diminuzione, ma addirittura già scomparse. Si stima che circa il 60 % delle specie alpine saranno sostituite.

La nostra flora alpina sta andando inoltre inesorabilmente incontro alla termofilizzazione ossia la tendenza, sempre più spiccata, a vivere e a svilupparsi meglio in ambiente caldo, perdendo così la loro unicità, nell’intento di sopravvivere.

Per restare informati

Se volete seguire l’evoluzione del progetto, è possibile consultare la Banca del Germoplasma Vegetale dell’università di Pavia, dove troverete tutte le iniziative e gli eventi organizzati a tale scopo, tra cui questa conferenza dal titolo “Come sta la biodiversità?”

Diffondete quanto più possibile l’esistenza di Gloria – Global Observation Research Initiative in Alpine Environment -: dobbiamo far sapere a tutti, che qualcuno, – sempre di più per fortuna – ha a cuore le sorti del nostro Pianeta e si preoccupa di monitorare, costantemente, il suo stato di salute!

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Milano, 16/06/2021 – EB

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