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MENO ALLEVAMENTI INTENSIVI? IN FRANCIA SI INVITA A FARE IL CONTRARIO.

La Francia sembra fare marcia indietro rispetto ai precedenti tentativi di migliorare il benessere degli animali

Meno allevamenti intensivi? Pessima idea per la Francia che propone di incentivarli per soddisfare le esigenze alimentari.

Galline, fuori dagli allevamenti intensivi

Il giornale The Guardian recentemente ha attraversato la Manica per occuparsi delle scelte alimentari dei francesi e scoprendo che il ministro francese dell’Agricoltura, Marc Fesneau, ha incoraggiato gli agricoltori a produrre carne a basso costo attraverso l’allevamento intensivo.

Ma come ? Non avevamo la sensazione che l’assurda scelta di affidarsi a questi metodi disumani di allevamento fossero in totale contrasto con la salute delle persone e del pianeta?

Con l’inflazione che spinge al rialzo i prezzi dei prodotti alimentari, i consumatori francesi hanno preferito la carne a basso costo rispetto ai prodotti biologici.

Di fatto si tratta di una notizia in controtendenza, anche perché il paese d’oltralpe è stato uno dei primi in occidente a migliorare i propri standard di benessere degli animali ( questione su cui comunque avremmo molto da obiettare, come potete ben immaginare).

Ascolta RadioVeg.it, l’unica radio italiana dalla parte degli animali.

Da quando è salito al potere nel 2017, il presidente francese Emmanuel Macron ha cercato di allontanare l’industria della carne del paese dall’allevamento intensivo. I commenti di Fesneau sembrano segnalare un cambio di direzione, che ha immediatamente soddisfatto – chi l’avrebbe detto – i grandi produttori di carne, latticini e uova.

Allevamenti intensivi in Europa: un articolo di pochi anni fa sul tema.

“Il nostro obiettivo è la riconquista della produzione standard”, ha detto al Guardian Gilles Huttepain, dirigente del produttore di pollame LDC . Ha affermato che la Francia “deve costruire 400 nuovi pollai standard intensivo all’anno per riprendersi il mercato dalle importazioni”, che costituiscono la metà del pollo consumato in Francia.

Tutto questo, mentre aumenta una certa opposizione nei confronti delle scelte vegetali: è recente la scelta del governo di emettere un nuovo decreto che vieta l’uso di termini “carne” nel caso di utilizzo di bistecca e salsiccia a base vegetale. Stessa questione dibattuta tempo fa con il latte/bevande vegetali.

Una delle tante indagini condotte da Essere Animali.

Leggi qui un recente articolo pubblicato dal nostro sito sul consumo di carne di cavallo in Francia

E l’Europa che dice? Le osservazioni di Fesneau vanno contro la strategia Farm to Fork dell’Unione Europea , che mira a rendere l’agricoltura meno intensiva e ad espandere l’agricoltura biologica.

Si muove anche nella direzione opposta rispetto ai Paesi Bassi, che hanno cercato di negoziare una strategia con gli agricoltori per ridurre il numero di capi di bestiame per affrontare l’inquinamento da azoto dovuto al letame. Anche se quei negoziati sono falliti a giugno.

Un’indagine sul latte curata da Animal Equality

In chiusura, certamente non come nota di merito segnaliamo che la Francia è il più grande produttore di carne bovina in Europa e, insieme alla Germania, è la principale fonte di emissioni di gas serra provenienti dall’agricoltura. Gli allevamenti intensivi sono davvero un enorme problema per il mondo in cui viviamo: implicano il sovraffollamento degli animali, l’utilizzo di antibiotici e l’impatto sull’ambiente.

Milano, 25/09/23

Un pensiero su “MENO ALLEVAMENTI INTENSIVI? IN FRANCIA SI INVITA A FARE IL CONTRARIO.

  • Christina MacLeod

    Dai francesi non c’era da aspettarsi niente di buono. Non riescono (o non vogliono) vedere oltre la lunghezza delle loro schifosissime baguettes.

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