PETIZIONIVIDEO

Nuovi allevamenti intensivi ad Arborio e Paderno

I cittadini si mobilitano contro i nuovi allevamenti intensivi

Una obbrobriosa deriva da fermare.

In un’Italia che da tempo si sta interrogando sul futuro della produzione alimentare e sulla necessità di modelli sostenibili, ma, soprattutto etici, due nuovi progetti zootecnici minacciano di riportare indietro l’orologio della coscienza ambientale e sociale. È il caso di due nuovi maxi allevamenti in costruzione: uno ad Arborio (VC) ed uno già in fase avanzata a Paderno Dugnano (MI), contro cui si stanno muovendo cittadini ed attivisti.

Comitato R.I.S.O.

Il Comitato R.I.S.O. (Rete Indipendente Solidarietà e Opposizione) nasce ad Arborio per opporsi con forza all’edificazione di un allevamento di galline ovaiole situato a soli 1500 metri dalle prime abitazioni. Un progetto macabro e imponente che prevede una superficie di quasi 24.000 m², la reclusione di 300.000 animali e la trasformazione irreversibile di 20.450 m² di suolo agricolo.

Le criticità sollevate dai cittadini sono numerose: dalla prossimità con le case, alla vicinanza a due aree naturali protette (le Lame del Sesia e la Garzaia di Villarboit), fino alle conseguenze ambientali dirette come l’immissione di circa 19 tonnellate di ammoniaca l’anno e il prelievo di 23.000 m³ di acqua.

Ma ciò che appare più grave è l’assenza totale di trasparenza: l’intero progetto è stato avviato senza un’adeguata informazione o consultazione pubblica.

Il Comitato, oltre all’organizzazione di alcune giornate di mobilitazione pubblica, ha lanciato una raccolta firme e un mail-bombing alle istituzioni, per firmare clicca QUI.

“Chiediamo il blocco immediato del progetto – dichiarano – e invitiamo stampa, partiti e cittadini a unirsi alla battaglia. Non vogliamo che la nostra comunità diventi l’ennesima vittima dell’allevamento intensivo.”

Paderno Dugnano: allevamento ovino tra le case e l’indifferenza

Un altro capannone della morte sta nascendo a Paderno Dugnano, La protesta parte da Annamaria Manzoni, psicologa e scrittrice, e Marco Reggio, saggista, che hanno scritto una lettera aperta alla sindaca Anna Varisco chiedendo il blocco del progetto.

“Allevare ovini significa sottrarre gli agnelli alle madri dopo poche settimane per destinarli all’industria del latte e questo provoca una sofferenza devastante per animali senzienti, come riconosciuto anche da trattati e dichiarazioni internazionali. Il distacco precoce e la macellazione sono il cuore di un sistema che genera violenza sistemica, normalizzata e invisibile”.

Allarme non solo etico

Il problema che solleva la costruzione di questi due mostri sappiamo che non è ” costruzione di questi , però, non è “solo” etico: in un’area come la Lombardia e il Piemonte, dove già esistono innumerevoli allevamenti, l’impatto ambientale è enorme. Tre animali allevati per ogni abitante, milioni di litri d’acqua consumati, e la progressiva desensibilizzazione della popolazione, soprattutto dei più piccoli, abituati alla presenza di luoghi di sfruttamento e violenza a pochi passi da casa.

Due battaglie, un’unica direzione

I casi di Arborio e Paderno Dugnano raccontano un’Italia spaccata tra vecchi modelli produttivi non più sostenibili e giustificabili e nuove prorompenti sensibilità. Sicuramente non tutti i cittadini che chiedono trasparenza, rispetto e ascolto sono vegani, purtroppo, ma è comunque positivo che esigano comunità libere da insediamenti industriali che minacciano salute, ambiente e coscienza collettiva che, anche se lentamente (troppo lentamente), si sta risvegliando. Oggi più che mai, quindi, queste voci meritano attenzione.

Come attivarsi

Arborio – Allevamento galline
  • Firmare la petizione e partecipare alla mail bombing. Clicca QUI.
  • Partecipare agli appuntamenti e proteste in calendario:
    • Mercoledì 11 giugno ore 19 Arborio in Piazza Martiri (presidio informativo)
    • Domenica 29 giugno ore 16 a Vercelli in Piazza Cavour (davanti alla Mondadori) con un presidio di protesta
  • Seguire il Profilo IG https://www.instagram.com/comitato.riso
  • Per info: Email: COMITATO.RISO@GMAIL.COM – Telefono: 348 6955618

Paderno Dugnano – allevamento di ovini

Lettera aperta

Alla Sindaca di Paderno Dugnano

Gentilissima,

in relazione alla costruzione di un allevamento di ovini sul territorio di Paderno Dugnano, ci preme porre alla sua attenzione alcune considerazioni:

  • Qualunque allevamento comporta inevitabilmente un impatto ecologico;
  • In Italia vi sono 11,5 milioni di ovini;
  • In Pianura Padana gli animali allevati superano il numero di abitanti;
  • La Lombardia è la prima regione in Italia per percentuale di allevamenti e di “capi”: tre animali per ogni abitante

Ci si potrebbe fermare a questi pochi dati per non riuscire a trovare una ragione plausibile alla costruzione di un nuovo allevamento. Ma c’è ben altro:

  • allevare ovini comporta che gli agnelli siano staccati dalle madri a pochissime settimane di vita in modo da consegnare il latte a loro destinato alle aziende produttrici di formaggi e latticini . Ne caso specifico, all’Agriturismo Ranza che sul proprio sito vanta, “un laboratorio di produzione e il macello certificato con bollo CEE” : quasi bastasse la certificazione con bollo CEE per ripulire i macelli dall’orrore che li definisce.
  • Il distacco degli agnelli dalle madri comporta enormi sofferenze negli uni e nelle altre, trattandosi di animali senzienti (così definiti dal Trattato di Lisbona del 2009) e, in quanto mammiferi, dotati di autoconsapevolezza (secondo la Dichiarazione di Cambridge del 2012 e la Dichiarazione di New York del 2024).
  • Lo sgozzamento a cui gli agnelli vengono inviati è procedura di intollerabile crudeltà: chi ne diventa responsabile promuovendo nuovi allevamenti dovrebbe avere il dovere morale di averne precisa e diretta conoscenza.
  • In sintonia con la diffusione di nuovi valori e priorità della società, nel mondo occidentale si va diffondendo, se pure con grande lentezza, la scelta di un sistema alimentare in direzione di produzione e consumo di cibi vegetali, che liberino miliardi di animali dalla crudeltà dell’industria zootecnica.
  • Un allevamento a poche centinaia di metri dai centri abitati porta con sé la normalizzazione di un atteggiamento di violenza nei confronti degli animali che ne saranno vittime: rendere accettabile un luogo che è luogo di violenza non può che portare a forme diffuse di desensibilizzazione, a fare inizio dai bambini, che stanno costruendo la loro idea del mondo sul contesto che gli adulti propongono loro come modello. Dal punto di vista della formazione dell’empatia, che è la capacità di riflettere in sé la sofferenza altrui, un vero autogoal.

Sulla scorta di tutto questo, le chiediamo con forza di fare un passo indietro e di interrompere la costruzione in atto, certi che gran parte dei cittadini Suoi e dei comuni limitrofi, che al momento appaiono francamente disinformati, non potranno che esserLe estremamente grati.

Annamaria Manzoni – Psicologa e scrittrice.

Marco Reggio – Saggista

Fermare la costruzione di questi allevamenti significa scegliere un altro futuro: più giusto per gli animali, più sano per l’ambiente, più consapevole per tutti.

Compattiamoci quindi e aiutiamo a bloccare la nascita dei capannoni della morte as Arborio e Paderno Dugnano.

Milano, 10/06/2025 – Miguel Angel Beso

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