PETIZIONIVIDEO

Caccia selvaggia – Proposta pericolosa

Una “proposta indecente” che ci fa vergognare di appartenere alla razza umana

Se passasse il disegno di legge “Caccia selvaggia” del ministro Lollobrigida, che mira a modificare significativamente la legge 157/1992, sarebbe il colpo più duro mai inferto alla fauna selvatica e alla libertà di chi ama e difende la natura ed ha ovviamente suscitato un acceso dibattito in Italia.

Principali modifiche proposte

Le inaccettabili modifiche previste includono:

  • Caccia sette giorni su sette: eliminazione delle giornate di silenzio venatorio, attualmente previste per martedì e venerdì.
  • Allungamento della stagione venatoria: possibilità di cacciare anche durante i periodi di migrazione pre-riproduttiva degli uccelli, in contrasto con la Direttiva Uccelli dell’Unione Europea.
  • Creazione di istituti regionali sulla caccia: questi sostituirebbero i pareri scientifici dell’ISPRA, permettendo l’adozione di calendari venatori più permissivi.
  • Utilizzo di strumenti termici: introduzione di dispositivi tecnologici avanzati per la caccia di selezione degli ungulati.
  • Limitazione dei ricorsi legali: difficoltà per le associazioni ambientaliste di impugnare i calendari venatori regionali di fronte ai tribunali amministrativi.
  • Multe salate per chi “osa” protestare

Forti preoccupazioni e riflessioni

Ovviamente tutto il mondo animalista, ambientalista e antispecista insorge e esprime forte opposizione alla proposta, infatti In tanti hanno espresso preoccupazioni circa quel che potrebbe accadere se la proposta dovesse passare. Alti rischi per la fauna selvatica, per la biodiversità e per la sicurezza pubblica, che sarebbe in pericolo se dovessero essere eliminate le giornate di silenzio venatorio e venisse estensa la caccia a sette giorni su sette anche in aree frequentate da escursionisti e famiglie,

Le associazioni

In una nota congiunta, LIPU, ENPA, LAV, WWF Italia e altre hanno definito la legge “un attacco alla natura e agli uccelli selvatici”, sottolineando il rischio di nuove procedure di infrazione da parte dell’Unione Europea per violazione in quanto è palese l’incostituzionalità della proposta che contrasta con le direttive comunitarie.

Secondo la LIPU, l’Italia è già sotto osservazione per violazioni della Direttiva Uccelli, con cinque gravi infrazioni segnalate nella stagione venatoria 2023/24. L’introduzione di norme più permissive potrebbe aggravare la situazione, mettendo a rischio specie migratorie e aumentando il bracconaggio. L’associazione ha anche lanciato una petizione intitolata “Lasciamoli volare in pace!”, che ha raccolto decine di migliaia di firme, chiedendo il ritiro della proposta di legge e la tutela della fauna selvatica. Per firmare, cliccate QUI.

LAC – Lega Anti Caccia

Qui sotto il contributo audio di Raffaella Baroni della LAC.

Leal – Lega Antivivisezionista

Non di meno è la LEAL che esprime la sua più ferma opposizione al disegno di legge sulla caccia promosso dal Ministro Lollobrigida, definendolo un attacco senza precedenti alla tutela della fauna selvatica, alla sicurezza dei cittadini e ai principi sanciti dalla Costituzione Italiana.

L’associazione animalista denuncia questa proposta normativa che rischia di cancellare decenni di conquiste in materia di protezione ambientale e diritti degli animali.

“Questo disegno di legge rappresenta un pericoloso passo indietro per il nostro Paese,” dichiara Gian Marco Prampolini, Presidente di LEAL. “Stravolge le aree protette, mette a rischio la sicurezza pubblica, liberalizza pratiche dannose e incentiva il bracconaggio, il tutto ignorando le evidenze scientifiche e calpestando i principi costituzionali. Non possiamo permettere che la caccia prevalga sull’interesse collettivo, sulla salute degli ecosistemi e sul rispetto della vita animale.”

LNDC Animal Protection

Chiaro e lapidario il parere di Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection.

Queste misure trasformano l’Italia in una giungla armata, dove la vita degli animali selvatici viene ulteriormente svalutata e i cittadini rischiano di trovarsi in mezzo a situazioni di pericolo anche in luoghi fino a oggi considerati sicuri, come le spiagge o le aree naturali. L’idea che si possa sparare anche di notte è particolarmente allarmante: la ridotta visibilità aumenta esponenzialmente il rischio di incidenti gravi, sia per gli animali non cacciabili sia per le persone.

La Rete dei Santuari

Anche la Rete dei Santuari si esprime ricordando che “La natura non è terra di caccia, eppure, il Governo vuole consegnarla a chi la distrugge” e si ci unisce all’indignazione delle associazioni e di chi da anni si batte per un mondo in cui gli animali non siano più vittime di violenza, sfruttamento e morte.

La fauna selvatica non è un bersaglio. È vita, è equilibrio, è patrimonio collettivo. Chiunque voti a favore di questo disegno di legge si renderà complice di una deriva autoritaria e predatoria che metterà a rischio non solo la fauna, ma anche la sicurezza delle persone, la libertà di fruire delle aree naturali e l’integrità di un Paese che ancora si definisce civile.

La Rete esorta dunque a fermare tutto ciò ORA chiamando a raccolta tutte e tutti: associazioni, comitati, scienziati, educatori, imprese, singoli cittadini.

Non si può restare in silenzio mentre si tenta di legalizzare la devastazione. La natura non ha voce. Ma ha chi la difende si.

Per far sentire la propria voce, oltre alla petizione LIPU sopra citata, è possibile firmare “VIETARE LA CACCIA SELVAGGIA DEL MINISTRO LOLLOBRIGIDA.” su change.org.

Egregio Presidente c’è posta per lei

Un’altra possibilità è quella di scrivere al Presidente Mattarella cliccando QUI

Ecco il testo suggerito:

“Chiediamo con forza e disperazione di “bloccare” l’entrata in vigore di questa norma sulla caccia selvaggia, che potrebbe avere conseguenze devastanti per la futura sanità mentale della nostra società, per la fauna selvatica e per l’intero ecosistema. È il momento di dare voce agli animali, di educarci alla tutela della vita ed a proteggere il pianeta per noi stessi e per le generazioni future.

La prospettiva descritta dalla nuova legge sulla caccia di animali uccisi tutto l’anno e in ogni luogo e l’inevitabile previsione di nuovi incidenti di caccia solleva interrogativi profondi sulla nostra coscienza collettiva e sul rispetto per la vita umana ed animale. Viviamo in un’epoca in cui la sostenibilità e la tutela della biodiversità dovrebbero essere al centro delle nostre politiche, eppure questa nuova norma sembra andare in direzione opposta.

La caccia trasforma l’uomo in un essere che si abitua alla violenza all’agguato e alla vigliaccheria, innesca in quest’ultimo la propensione all’uso delle armi e alla guerra accettabile e perseguibile come convenzione sociale.

Le chiedo con forza di “bloccare” l’entrata in vigore di questa norma sulla caccia selvaggia, che potrebbe avere conseguenze devastanti per la nostra fauna, per l’ecosistema e per le nuove generazioni.

Rita Ciatti

A conclusione vogliamo condividere con voi le Interessanti le riflessioni di Rita Ciatti.


“Se il disegno di legge sulla caccia verrà approvato, tra i vari punti assolutamente inaccettabili ce n’è uno che cambierà lo status ontologico dei cacciatori riformandoli da individui che si divertono a terrorizzare e uccidere animali per sport a coloro che li proteggono e tutelano (letteralmente: con funzioni di tutela della biodiversità).

Il modo in cui la gente fa le sue scelte e costruisce il proprio sistema di valori dipende anche dalla percezione e definizione ufficiale di un’attività e tanto più è difficile maturare una visione critica quanto più questa è legale e appare normale e persino naturale (i processi di normalizzazione e naturalizzazione di una pratica sono funzionali alla loro accettazione).

Attualmente la nostra società si divide sul tema caccia tra chi la sostiene, chi vi si oppone e chi rimane indifferente fregandosene delle sorti dei selvatici; molte persone non andrebbero a cacciare, ma poi usufruiscono delle vittime della caccia, mangiandole.

Comunque sia c’è una consapevolezza del ruolo del cacciatore, cioè colui che spara agli animali.

Riformando la definizione, mutando il linguaggio, anche mutuandolo, cioè prendendo a prestito termini da pratiche del tutto diverse, in questo caso opposte, avviene un processo di neutralizzazione semantica e quindi di alienazione dal significato reale di un concetto; il linguaggio aliena per alienarci dai nostri sentimenti.

Se la caccia diventa tutela anziché distruzione, allora sarà possibile promuoverla come attività bella e utile, insegnarla e il cacciatore sarà una sorta di guardia forestale che protegge i boschi.

Tali stravolgimenti linguistici e semantici sono tipici delle società verticistiche e autoritarie, non certo orizzontali, tanto meno democratiche.”

Conclusioni

Questo disegno di legge ha infiammato gli animi di tutti coloro che come noi vogliono difendere la natura, non distruggerla, sapendo dunque che le modifiche proposte avrebbero impatti significativi sulla fauna selvatica, sulla biodiversità e sulla sicurezza pubblica, il Parlamento dovrà valutare attentamente le implicazioni di questo disegno di legge, tenendo conto delle fondate preoccupazioni espresse da associazioni, etologi, biologi, esperti e cittadini.

Speriamo che il Parlamento si dimostri più saggio di chi ha fatto questa proposta indecente.

Milano, 21/05/2025 – Grazia Cominato

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