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CARNE COLTIVATA: LA LUNGA STRADA DAL LABORATORIO AL PIATTO

La carne coltivata in laboratorio costituisce un’alternativa sostenibile rispetto alla carne proveniente da animali d’allevamento.

01/06/2022

ATTENZIONE: I CONTENUTI DI QUESTO ARTICOLO SONO AMPIAMENTE SUPERATI.
PER LO STATO DELLE COSE AGGIORNATO RIFERIRSI ALL’ARTICOLO “END THE SLAUGHTER AGE PER PORRE FINE ALL’ERA DEI MACELLI” DOVE SONO INSERITE LE INTERVISTE A COLORO CHE HANNO PORTATO AVANTI L’INIZIATIVA DEI CITTADINI EUROPEI – ICE E CHE SMONTANO LE INFORMAZIONI SCORRETTE CHE CIRCOLANO A PROPOSITO DELLA CARNE COLTIVATA.

La Carne coltivata può davvero essere un’alternativa cruelty free e sostenibile, eppure il suo sviluppo è frenato dai brevetti, dalla riluttanza delle aziende private a condividere la ricerca e dalla mancanza di sostegno economico da parte del governo.

Ecco quanto riportato in un articolo del The Guardian.

Linee cellulari

CARNE COLTIVATA

Elliott Swartz, scienziato senior presso il Good Food Institute (GFI) di New York, un’organizzazione no-profit focalizzata sullo sviluppo della coltura cellulare, lavora per portare sulle nostre tavole la carne coltivata in laboratorio. La coltura cellulare consiste nell’uso di cellule animali o microbi per coltivare prodotti animali, come carne o latte, in bioreattori.

A Elliott Swartz si rivolgono i ricercatori per trovare linee cellulari – una coltura cellulare sviluppata da una singola cellula – da utilizzare. Le linee cellulari sono essenziali per la creazione di carne coltivata in laboratorio.

Segreti aziendali

Purtroppo al momento non esistono linee cellulari pubbliche disponibili. Questo in quanto le aziende private tendono a non condividere le proprie scoperte.

Un esempio su tutte l’azienda Upside Foods, meglio conosciuta con il nome originario di Memphis Meats poi cambiato in corso d’opera, che ha presentato diversi brevetti per proteggere le linee cellulari che ha sviluppato.

Molti studiosi ritengono che questo comportamento delle aziende private di non condivisione delle linee cellulari rallenti lo sviluppo della coltura cellulare.

Contestualmente sono nate aziende come Cell Farm Food Tech che hanno costruito un business attorno alla vendita di linee cellulari a scopo di lucro.

Consumo di carne e ambiente

pandemia

Il settore della coltura cellulare ha guadagnato importanza dopo che lo scienziato olandese Mark Post nel 2013 ha presentato il primo hamburger di carne coltivata.

Da allora, la carne coltivata è stata propagandata come un’alternativa sostenibile all’allevamento di bestiame, principale causa di distruzione dell’ambiente.

Si stima che nei prossimi decenni la domanda globale di hamburger e bacon aumenterà, il che significa che ancora più ecosistemi saranno distrutti per soddisfare un mercato in espansione. Ciò, a sua volta, aumenterà il rischio di future pandemie, poiché la perdita di biodiversità è legata all’emergere di nuove malattie.

Inoltre, secondo il rapporto pubblicato nel 2019 dall’Intergovernmental Panel on Climate Change, se il consumo di carne non verrà ridotto, gli sforzi per ridurre le emissioni di carbonio non raggiungeranno gli obiettivi degli accordi di Parigi.

Archivio delle linee cellulari

Per ovviare al problema della riluttanza delle aziende private a condividere le loro linee cellulari, la GFI sta finanziando la creazione di linee cellulari accessibili a tutti e sta creando un archivio in cui conservarle.

Anche i ricercatori non coinvolti nel GFI possono depositare linee cellulari, così come le aziende private;    chiunque voglia utilizzare le cellule deve pagare una piccola quota per coprire i costi di conservazione e mantenimento delle stesse.

Scarsi finanziamenti pubblici

La riluttanza delle aziende private a condividere le loro linee cellulari potrebbe essere in parte dovuta al modo in cui vengono finanziate: un rapporto della GFI ha rilevato che dei 366 milioni di dollari investiti in carne coltivata nel 2020, solo 12 milioni circa provenivano da fondi pubblici.

finanziamenti

Isha Datar, direttore esecutivo di New Harvest, un’altra organizzazione no profit focalizzata sullo sviluppo della coltura cellulare, ritiene che uno dei motivi per cui il campo non dispone di finanziamenti governativi è che si tratta di un mix di ingegneria dei tessuti, appartenente al campo della medicina, e scienza dell’alimentazione.   ”La coltura cellulare è una specie di senzatetto”, ha dichiarato.

Anche Swartz ribadisce la necessità di maggiori finanziamenti pubblici, ma pensa che arriveranno solo dopo che la tecnologia sarà stata potenziata.

Il mezzo di coltura cellulare

mucca

Swartz si lamenta anche del fatto che la segretezza stia ostacolando l’adozione in tutto il settore di materiali più economici ed efficienti.

Ad esempio, tutti i nutrienti necessari alle cellule animali per crescere e divenire pezzi di carne sono contenuti nel mezzo di coltura cellulare, ma il siero fetale bovino da cui si estrae è costoso e deve essere prelevato dal feto di una mucca macellata.

E qui, aggiungiamo noi, entra in gioco la questione etica.

Molte startup affermano di aver sviluppato alternative, che però rimangono segreti commerciali.   

“Le aziende tendono a non brevettare queste cose, perché brevettando un mezzo di coltura cellulare devi includere tutti i dettagli, svelando così quali sono gli ingredienti”, afferma Swartz.

Problemi di commercializzazione della carne coltivata

Anche se il problema della linea cellulare fosse risolto, ci sarebbero ancora ostacoli tecnologici in merito alla  commercializzazione su larga scala.   

Utilizzare la simulazione computerizzata e accelerare l’intensificazione della produzione di carne coltivata è un obiettivo centrale del Cultivated Meat Modeling Consortium (CMMC).

carne coltivata

La simulazione è uno strumento utile che consente ai ricercatori di simulare esperimenti prima di entrare in un laboratorio. Questo aiuta a risparmiare tempo e risorse.   

Per eseguire simulazioni più complicate, tuttavia, gli scienziati hanno prima bisogno di dati provenienti da esperimenti più semplici che spieghino nel dettaglio i processi biologici fondamentali alla base della produzione di carne coltivata. Per comprendere la somma del tutto, occorre prima analizzare le parti.

Ma ancora una volta le aziende private hanno mostrato resistenza nella condivisione dei dati e nell’esecuzione di determinati esperimenti.   

Quando è stato chiesto di rispondere alle accuse relative al fatto che i segreti dell’industria stavano rallentando l’innovazione nel campo, Upside Foods ha così risposto: “abbiamo sostenuto attivamente una ricerca ad accesso più aperto sulla carne coltivata”. E ha aggiunto: “abbiamo sostenuto attivamente lo sviluppo di istituti di ricerca pubblici come il Cultured Meat Consortium”.

Rispondendo alle stesse accuse, Mosa Meat ha scritto: “Poche aziende hanno fatto più di Mosa Meat per contribuire alla condivisione della coltura cellulare”.    Aggiungendo che Mosa “sperava che l’hamburger del 2013 avrebbe innescato un livello eccezionale di investimenti pubblici nella ricerca”.

Trasparenza e condivisione

“Penso che abbiamo bisogno di molta più condivisione dei dati e molta più trasparenza se vogliamo creare un sistema alimentare migliore” Cit. Datar.

Le aziende private ascolteranno questa richiesta di maggiore trasparenza? Saranno fedeli alle loro affermazioni di sostenere una ricerca ad accesso più aperto o seguiranno lo stesso approccio tipico di altri settori in cui il guadagno finanziario ha priorità rispetto ai benefici per la società?   

Gli attivisti sperano che la sopravvivenza del pianeta, nonché la vita degli animali, venga messa prima dei margini di profitto.

Alessandra Tedeschi

Milano, 14/09/2021

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