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VEGANI E ANTIVEGANI, UNA LOTTA INFINITA: CARMEN NE E’ STATA VITTIMA

I fatti.

Veganofobia è il giusto termine per chiamare la “sintrome” di cui è affetto chi si fa paladino della lotta contro i vegani. Ed è proprio di questa assurda guerra che Carmen Luciano è vittima dal 2014.

Il racconto di Carmen

Una storia davvero racapricciante e preoccupante, quella di Carmen che è stata presa di mira per il suo essere vegana e per le sue idee antispeciste ed animaliste.

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Attingendo dal suo blog Think Green – Live Vegan – Love Animals, a Carmen hanno rubato l’identità, catapultandola in gruppi porno per scambisti. Le hanno affibiato i peggiori appellativi che si possono indirizzare a una donna. L’hanno seguita, spiata e vessata. Sono arrivati a minacciarla di morte, sia virtualmente che nella realtà. E’ stata oggetto di video minacciosi. Hanno persino osato ad entrare all’università che frequenta per cercarla e appiccicare adesivi minacciosi sulle porte dei bagni dell’ateneo. Insomma, gli utenti e gli amministratori delle pagine anti vegan, hanno proprio fatto di tutto per destabilizzare l’equilibrio psicofisico di Carmen.

Sembra quasi che le idee e l’ideologia di Carmen siano state la scusa per attaccare la “persona” e per vomitarle addosso tutto il peggio possibile.

La denuncia e il processo.

Probabilmente coloro che hanno attaccato Carmen con il preciso e dichiarato intento di “distruggerla” non hanno fatto i conti con il coraggio della vittima. Infatti Carmen, supportata da chi le vogliono bene, ha accolto il saggio suggerimento di amici e famigliari. Ha preso coraggio ed ha denunciato tutto ciò.

Il processo è ormai alle battute finali e speriamo che la legge faccia il giusto corso e che il tutto finisca con esemplari condanne di chi si è macchiato di tali nefandezze. Il primo successo di Carmen, comunque, è già arrivato. I toni si sono abbassati e la maggior parte dei contenuti offensivi sono spariti dalle pagine denunciate.

Sul tema ora c’è una sentenza storica che può essere presa come riferimento. Si tratta del caso dell’inglese Jordi Casamitjana, che ha vinto la battaglia contro l’azienda per cui lavorava che l’aveva licenziato perché vegano etico.

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Riflessioni finali.

E’ la prima volta che in tribunale si dibatte una causa dove gli “interpreti” sono una vegana contro tanti antivegani. Perché, tematica a parte, la questione è proprio questa: si tratta di una donna contro tanti uomini.

Basta fare due più due per comprendere che questa causa raccoglie in sé il seme di tante problematiche che assillano la nostra epoca: persistente maschilismo, ingiustificata veganofobia, dilagante violenza verbale nei social, atteggiamenti altamente irrispettosi verso le idee e gli altrui ideali. La pochezza intellettuale che caratterizza il nostro presente è molto preoccupante senza considerare il fatto che, si parla tanto di privacy, ma la storia di Carmen dimostra il totale fallimento di questa, tanto sbandierata, “policy”.

A Carmen va tutta la nostra vicinanza e solidarietà.

Milano, 03/01/2020 – GC

2 pensieri riguardo “VEGANI E ANTIVEGANI, UNA LOTTA INFINITA: CARMEN NE E’ STATA VITTIMA

  • Al giorno d’oggi non si può assolutamente mettere pubblico il proprio numero di telefono oppure bisogna usare due numeri. Per quanto riguarda Facebook comunque c’è una funzione che permette di oscurare la nostra pagina a chi vogliamo, quindi se ci sono profili di persone che tu sai essere una di queste persone malate, basta che metti i profili in questa lista nera (conviene farlo secondo me anche a livello preventivo; io per esempio ho messo tipo una trentina di persone). Ricorda una cosa: si arriva ad un punto di crescita dove ci si imbatte in queste cose, quindi sei sei stata attaccata vanne fiera e non ti fermare!

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  • Ciao! Grazie per il tuo commento e per i tuoi consigli. Concordo sul discorso doppio numero telefonico. Io personalmente non l’ho più condiviso nei post, né all’interno di articoli. Oscurare la pagina è difficile perché queste persone possono avere numerosi profili falsi. Tutto quello che sto vivendo mi sta insegnando molto e sono convinta anch’io che serve a qualcosa. Grazie ancora!

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