VERSO LO STOP ALLE MATERIE PRIME RICAVATE DISTRUGGENDO LE FORESTE
Unione europea è pronta a respingere i prodotti complici della deforestazione
La deforestazione è la distruzione permanente delle foreste al fine di utilizzare la terra o gli alberi.
Gli alberi purificano la nostra aria, prevengono l’erosione e fanno da barriera contro i cambiamenti climatici. Sono l’abitazione di animali e piante e allo stesso tempo forniscono risorse naturali come medicine, cibo, legname e carburante. Gli ultimi studi appurano che, nel 73 per cento dei casi, i polmoni verdi delle aree tropicali e subtropicali vengono incendiati, disboscati e distrutti per fare spazio alle coltivazioni. E i frutti di quelle coltivazioni vengono esportati e finiscono a nelle nostre case .
A quanto pare le istituzioni dell’Unione finalmente non vogliono più rendersi complici di una simile distruzione ambientale e, per questo, stanno lavorando a una legislazione che potrebbe rappresentare un forte deterrente.
Come si cercherà di evitare i danni?
Il principio della legislazione è quello di imporre alle aziende di dimostrare che i prodotti che mettono in vendita in Europa non abbiano contribuito, più o meno direttamente, alla deforestazione e a violazioni dei diritti umani, secondo il modello “due diligence” . Le aziende in futuro dovranno quindi rendere conto non solo di ciò che fanno in prima persona, ma anche di tutto ciò che succede lungo la loro filiera.
![](https://www.radioveg.it/wp-content/uploads/2021/09/deforestation-gf5856ce11_1920-1024x684.jpg)
Il campo di applicazione sarà limitato ai prodotti con “il più alto contributo globale alla deforestazione” come l’olio di palma, il legno, il cacao, il caffè, la carne di manzo e la soia.
L’intenzione è quella di suddividere i paesi di provenienza in più categorie: per i territori a minor rischio basteranno controlli più basilari, mentre per quelli più critici serviranno ispezioni approfondite.
Se emergerà che quello specifico prodotto ( ad esempio l’olio di palma) è stato ricavato dopo aver raso al suolo le foreste, le sue importazioni saranno bloccate o soggette a forti restrizioni. E potrebbe non trattarsi di episodi sporadici.
Deforestazione e consumo di carne
![soia](https://www.radioveg.it/wp-content/uploads/2021/09/soybeans-g91b1f5b5c_1920-731x1024.jpg)
Le deforestazioni che si consumano in Sud America e la produzione di carne che viene abitualmente esportata in Europa – e dunque in Italia – potrebbero sembrare due problemi differenti, ma in realtà sono fenomeni connessi tra loro. Due dei principali prodotti responsabili della deforestazione infatti sono la carne di manzo e la soia per l’alimentazione animale. L’ambito geografico della legislazione deve includere altri ecosistemi oltre alle foreste, poiché il consumo di manzo, soia e olio di palma nell’UE è legato alla distruzione di altri ecosistemi come praterie, zone umide e savane. Secondo alcuni studi, alla deforestazione illegale è collegato rispettivamente il 17 per cento della carne bovina che l’Europa importa dal Brasile e il 20 per cento della soia utilizzata nel nostro Continente.
Preservare gli habitat e l’agricoltura intensiva
La proposta potrebbe essere fondamentale per gli animali nelle regioni del mondo dove l’agricoltura intensiva o le attività economiche alimentano la deforestazione. Per esempio, vietando le importazioni di prodotti legati alla deforestazione, gli habitat di animali selvatici come gli oranghi e i gibboni potrebbero essere meglio preservati. Inoltre l’agricoltura intensiva degli animali – che alimenta la deforestazione in quanto richiede mangimi per le colture – verrebbe dissuasa.
![deforestazione](https://www.radioveg.it/wp-content/uploads/2021/09/monkeys-gbc3c6c2b6_1920-1024x668.jpg)
Carne di maiale e pollame ingiustamente escluse
La carne di maiale e di pollame sono per ora esclusi, ma questi animali sono più spesso alimentati con soia, che contribuisce in gran parte alla deforestazione. Evitare questa “distorsione” è tanto più importante in quanto alcuni partner commerciali dell’UE, come l’Ucraina, esportano quantità significative di carne di pollame nell’UE. Questo significa che l’Ucraina – il più grande fornitore di carne di pollame dell’UE – potrebbe alimentare il pollo da cui deriva la carne che esporta con soia legata alla deforestazione che sarebbe vietata nell’UE.
Considerando che la deforestazione guidata dall’agricoltura è permanente (mentre le terre che soffrono di deforestazione causata dagli incendi possono rigenerarsi), è urgente che l’UE sostenga la sua agenda sostenibile e corra veloce verso questi provvedimenti il prima possibile.
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Iaia Mingione
Milano, 30/09/2021 IM