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ALIMENTAZIONE E SALUTE MENTALE

Un recentissimo studio, condotto dalla Loma Linda University of Public Health e pubblicato sull’International Journal of Food Sciences and Nutrition, ha rilevato che una cattiva salute mentale è legata a una cattiva qualità della dieta seguita, a prescindere dalle caratteristiche personali come età, istruzione, stato civile e livello di reddito.

La ricerca, resa nota nelle scorse settimane, è stata condotta esaminando un importante sondaggio sulla salute, elaborato dal California Health Interview Survey nell’arco di 10 anni  su un cospicuo numero di adulti della California, oltre 240mila: coloro i quali consumano cibi più malsani hanno maggiori probabilità di riportare sintomi di stress psicologico moderato o grave rispetto ai loro coetanei che consumano una dieta più sana.

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L’aumento del consumo di zucchero, ad esempio, è associato al disturbo bipolare, mentre il consumo di cibi fritti o molto lavorati è stato collegato alla depressione. Livelli crescenti di sofferenza psicologica, nella ricerca, sono generalmente associati al consumo più frequente di succhi zuccherati, patatine fritte, fast food e bevande zuccherate e, al contempo, a porzioni troppo piccole di frutta, verdura e acqua.

Lo studio non fornisce prove certe di un collegamento causa-effetto, ma è un’ulteriore prova del fatto che le politiche pubbliche e cliniche “dovrebbero mirare più esplicitamente a migliorare la qualità della dieta tra coloro che lottano con problemi di salute psicologici”. Secondo gli autori della ricerca, inoltre, gli interventi volti a modificare e migliorare la dieta dovrebbero essere indirizzati soprattutto ai giovani e agli individui obesi e in sovrappeso.

RV / A. Bosani – Marzo 19

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