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DNA VEG PER I NATIVI D’AMERICA

Quante leggende, quanti luoghi comuni circolano sui nativi d’America, ma noi abbiamo scovato un articolo interessantissimo postato nel 2014 sul sito anguane.noblogs.org da Rita Laws che è Choctaw e Cherokee, vive e lavora a Oklahoma. Il suo nome Choctaw, Hina Hanta, significa Sentiero Luminoso di Pace, come lei stessa considera il vegetarianismo.

Con il suo articolo Rita abbatte lo stereotipo che vaga indisturbato nell’immaginario collettivo sui pellerossa e che corrisponde al tipo di selvaggio cacciatore di bufali, ricoperto da capo a piedi con pelle di animale, preferibilmente daino, che vive in teepee di pelle animale, padrone di cani e cavalli, ed estraneo ai vegetali.

A quanto dice Rita, però, questo stile di vita, un tempo limitato solo agli Apaches, fiorì non più di 200 anni fa e non rappresenta in assoluto la maggior parte dei nativi americani di oggi e di ieri.

Il racconto della signora Lews è ben lontano dal fenomeno “bisonte-come-stile-di-vita” che, invece,  guarda un po’ pare essere il risultato diretto dell’influenza europea.

Da quello che Rita racconta, i vegetali sono la base della dieta tradizionale degli indiani Choctaw del Mississippi e dell’Oklahoma e questa abitudine viene riportata anche in un manoscritto francese del XVIII secolo dove si evince che la preferenza vegetariana dei Choctaw si estende anche i propri alloggi; ciò significa che le case non erano costruite con le pelli, ma in legno, mota, corteccia e canne.

Il cibo basilare della dieta quotidiana, consumato in ciotole di terracotta, erano infatti vegetali stufati con cereali, zucca e legumi, e il pane era preparato con mais e ghiande. Altri alimenti apprezzati erano il granturco arrostito e la zuppa di mais. La carne era consumata molto raramente e in piccole quantità. Gli antichi Choctaw erano innanzitutto agricoltori e anche gli abiti erano in tessuti vegetali, i vestiti delle donne erano artisticamente ricamati e gli uomini indossavano pantaloni di cotone. I Choctaw non hanno mai messo delle piume tra i capelli!

I Choctaw furono allontanati dalle loro floride terre, l’attuale Mississippi, dagli americani del XIX secolo che costrinsero la maggior parte delle tribù a dirigersi verso l’attuale Oklahoma, all’epoca disabitato e ritenuto brullo e inutilizzabile. In realtà la nuova terra era molto fertile per le e fu usata come risorsa agricola tanto che i Choctaw sopravvissuti alla fuga forzata costruirono un nuovo Oklahoma grazie alle loro geniali tecniche di agricoltura integrata.

Molti alimenti Choctaw cucinati tutt’oggi sono vegetariani. Il granturco è così importante per loro che lo considerano divino e fonte di tante leggende spirituali.

Le leggende delle tribù di pellerossa sono innumerevoli e molte parlano di gente vegetariana che vive in una sorta di Giardino dell’Eden. Un racconto Cherokee descrive gli umani, le piante e gli animali delle origini come “reciprocamente uguali e solidali”. I bisogni di tutti erano raggiunti senza uccidere nessuno. Quando l’uomo è diventato aggressivo e ha iniziato a cibarsi di animali, questi ultimi si sono inventati delle malattie per fermare la popolazione umana. Le piante rimaste disponibili si sono offerte non solo come cibo, ma anche come medicamenti per combattere le nuove malattie.

Proprio tutta un’altra storia dunque! Ampliando un po’ gli orizzonti, Rita racconta che altre note popolazioni si cibavano quasi esclusivamente di vegetali in tempi antichi; ad esempio i bambini aztechi, maya e zapotechi assumevano una dieta vegetariana al 100% fino ai 10 anni di età. Alimento primario erano i cereali, specie le diverse varietà di mais. Si considerava che tale dieta rinforzasse le difese immunitarie dei bambini. Gli spagnoli furono sorpresi di scoprire che questi Indiani avevano una vita media più lunga della loro. Una dieta completamente vegetariana assicurava ai bambini una vita più lunga e sana.

È ironico che gli Indiani siano ancora associati alla caccia e alla pesca, quando, di fatto circa metà dei vegetali usati per l’alimentazione presenti oggigiorno furono coltivati originariamente dagli Indiani d’America e non erano conosciuti in altri Paesi prima della scoperta dell’America stessa come ad esempio  le patate, i pomodori o la paprika, ma la lista è davvero molto lunga, come è lunga la triste storia che ha portato le varie tribù di nativi a diventare quelli che sono, ma noi ci fermiamo qui e invitiamo a chi fosse interessato a leggere tutto l’articolo cliccando QUI 

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Milano, 20/5/2016 – GC

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