Attenti al lupo, è cattivo! La favola che non piace
Al Consiglio Europeo è previsto oggi 5 giugno il declassamento del lupo
Torniamo a parlare di declassamento del lupo che è previsto oggi 5 giugno al Consiglio Europeo, lo facciamo partendo dal comunicato stampa congiunto a firma di Earth ODV, Green Impact, LNDC Animal Protection, Nagy Tavak, One Voice sostenute da altre diciassette associazioni europee che attendono l’esito del ricorso presentato alla Corte di Giustizia dell’UE per fermare questo attacco alla biodiversità.
L’Europa dunque rilancia la favola del lupo cattivo contro la scienza, il Trattato e il diritto Europeo nonostante alcuni Stati membri ,come Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca e Belgio, hanno già dichiarato l’intenzione di mantenere la protezione rigorosa del lupo e altri, quali Malta, Belgio e Ungheria, potrebbero presto unirsi a questa scelta.

Il piano per ridurre lo status di protezione del lupo, annunciato da Ursula von der Leyen in periodo pre-elezione del secondo mandato, punta a conquistare il favore di una ristretta minoranza di agricoltori, sostenuti da COPA-COGECA e dalle lobby europee dei cacciatori.
Il pesante sospetto è che l’arraffazzonato declassamento del lupo fatto a Bruxelles sia più che altro un fatto politico che vede nel lupo una merce elettorale, questione che potrà avere un peso concreto sui candidati delle prossime elezioni locali, nazionali ed europee, ma non bisogna dimenticare che i politici passano mentre i fatti restano!

Le Associazioni spiegano che la passività degli Stati Membri dell’UE, l’inspiegabile rinuncia del Parlamento Europeo ad esercitare le proprie prerogative, e l’opacità delle dinamiche decisionali all’interno della Convenzione di Berna, dove i 27 Paesi membri dell’Unione Europea detengono una posizione di maggioranza, hanno fatto sì che il tentativo di declassare il lupo abbia avuto successo in totale assenza di un processo di valutazione scientifica indipendente delle proposte avanzate dalle Parti Contraenti.

Nei due mandati della Van der Leyen, si è notata l’assenza del Commissario europeo all’Ambiente nei negoziati. La campagna per riaprire la “caccia” a questa specie tutelata da uno status di protezione rigorosa, è stata infatti condotta in prima persona dalla Presidente della Commissione. Una deriva inquietante che riporta a un grave conflitto uomo-natura, in netto contrasto con tutti gli obiettivi di biodiversità dell’Unione europea.
Questa incauta decisione è scaturita da un report commissionato e finanziato dalla stessa Commissione Europea ad una società di consulenza. : un documento non accademico, redatto senza che venisse valutato da esperti del settore per verificarne l’attendibilità.
Un processo quello del peer review fondamentale per garantire che le ricerche siano solide, ben condotte e utili alla comunità scientifica. Infatti la Comunità Scientifica europea impegnata sul lupo ha giudicato il documento privo di fondamento e ha espresso pubblicamente a più riprese la propria contrarietà.
La risposta da Bruxelles?
Sorprendentemente disarmante: “Ignoriamo la scienza, anche se il diritto europeo non lo consente, e andiamo avanti per la nostra strada”.
Questo nonostante le predazioni pesino in modo irrilevante nel bilancio agricolo dell’UE, visto che rappresentano solo lo 0,07% delle perdite tra ovini e caprini in Europa, e nonostante e il lupo sia ancora classificato come vulnerabile e a rischio di estinzione in molte aree Europee. Il fatto che i contribuenti europei finanziano, attraverso i fondi PAC, sia le misure di prevenzione sia le compensazioni per le predazioni subite dagli agricoltori, non è servito a frenare questa deriva politica.
I vertici di Bruxelles preferiscono dunque le favole alle evidenze scientifiche, ma le Associazioni si sono accollate l’importante compito di informare l’opinione pubblica su quanto accaduto invitando gli elettori, alle prossime elezioni locali, nazionali ed europee, di indirizzarsi verso candidati che mettano concretamente l’ambiente e la biodiversità al centro.

Ecco QUI la revisione accademica indipendente (E. Randi e M. Fisher, Aprile 2025) della base scientifica usata dalla Commissione Europea che dimostra come la tesi del declassamento proposta dalla Commissione Europea non abbia basi scientifiche.
QUI i 700 scienziati in tutta Europa firmano contro il declassamento del lupo e QUI i + di 2000 Scienziati contro l’impoverimento delle Direttive UE sulla Natura.
Il ricorso alla Corte di Giustizia
Nonostante le istituzioni europee abbiano preferito forzare le procedure e le tempistiche dei negoziati, pur di raggiungere un risultato immediato, le associazioni Earth ODV, Green Impact, LNDC Animal Protection, Nagy Tavak e One Voice, con il sostegno di altre diciassette, hanno presentato ricorso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per ottenere l’annullamento della decisione di declassamento.
La richiesta delle Associazioni è quella di una riforma seria e strutturale della normativa europea sulla natura gestita da chi possiede competenze reali, etica e rispetto per la natura. Per l’Italia, si chiede che la gestione della biodiversità sia affidata ai Carabinieri Forestali, con il supporto di una rete di Università, istituti di ricerca e un comitato etico indipendente.

Il Lupo deve restare bene collettivo e non più una merce elettorale.
QUI la Dichiarazione contro il declassamento del lupo – UCN-Large Carnivore Initiative (Coordinata da Dr Luigi Boitani).
Per altri contenuti su questo argomento clicca QUI.
Milano, 05/06/2025 – Grazia Cominato