ANIMALIMONDO VEG

FELICETTE. INTREPIDO FELINO NELLO SPAZIO

La triste storia di una “gatto-nauta” lanciata nello spazio.

Félicette, una piccola gattina randagia dal carattere dolce, non è stato il primo animale a lasciare l’atmosfera del nostro pianeta a scopo sperimentale.

Prima di lei, i russi avevano inviato nello spazio la famosa cagnolina di nome Laika nel 1957, mentre gli americani lo scimpanzé Ham nel 1961.

I francesi, che erano soliti usare “solo” topi, scelsero un gatto: Félicette.

Il lancio nello spazio di Félicette

Il 18 ottobre, la gattina, allora chiamata C341, fu lanciata da una base nel deserto del Sahara, raggiungendo un’altitudine di circa 160 km sopra la Terra.

Il viaggio fu breve, solo 15 minuti in totale. Per tutto il tempo, gli scienziati tennero d’occhio il gatto, monitorando la sua respirazione e la frequenza cardiaca attraverso una serie di elettrodi impiantati in tutto il corpo. Alla fine, la capsula che conteneva Félicette, separandosi dal suo razzo, è tornata a terra con il paracadute.

La gattina sopravvisse miracolosamente, però, solo pochi mesi dopo, il team di scienziati decise di sopprimerla per “avere l’opportunità” di esaminarle il cervello. Nonostante i “contributi scientifici” ed il sacrificio inutile di Félicette, il tempo ha cancellato la storia di questo intrepido felino.

Solo dopo sei decenni dal suo viaggio, il 18 dicembre 2019, si è reso onore al tributo di Félicette , immortalandola nel bronzo. La sua statua, alta un metro e mezzo, progettata dallo scultore Gill Parker, si trova nell’ Università Spaziale Internazionale di Strasburgo.

Appollaiata in cima alla Terra, una gattina guarda verso i cieli che un tempo esplorò, non per suo volere.

Animali per la scienza: una sacrificio da ricordare

razzo
Foto di WikiImages da Pixabay

Nel celebrare quegli umani che, consapevoli dei pericoli, persero la vita nel lancio dello Space Shuttle Columbia, è importante ricordare anche tutti gli animali sacrificati in nome di quella scienza che li considera semplici numeri, privi di coscienza ed emozioni, da utilizzare a proprio piacimento per poi esser buttati via come spazzatura.

Immagino questi malcapitati animali del tutto ignari del proprio terribile destino, impauriti e soli dentro scatole fredde, spediti verso l’oscurità dell’ universo, in nome di una scienza immorale ed inutile.

Cosa penseranno di noi gli alieni?

Scorcia Valentina


Milano, 03/11/2021 – CP

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