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RINNOVABILI, PASSAGGIO SEMPRE PIU’ LONTANO

Un passaggio che dovrebbe completarsi nel 2030, ma tanti sono i dubbi sulla fattibilità.

Crudo, come lo è spesso la verità, l’articolo sulle rinnovabili di Francesca Naima su L’Indipendente.

Rinnovabili: a questo ritmo l’Italia raggiungerà gli obiettivi del 2030 tra 124 anni

Il passaggio alle rinnovabili sarebbe uno dei punti fondamentali per tanto decantata transizione ecologica italiana.

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Ufficialmente il governo Draghi continua a puntare a completare la svolta verde entro il 2030, come d’altra parte previsto dalle direttive europee. Tuttavia i dati recentemente raccolti da Legambiente per la XVI edizione di Comunità Rinnovabili mostrano una realtà ben diversa: continuando di questo passo l’Italia raggiungerà gli obiettivi nel 2146, impiegando ben 124 anni in più del previsto per raggiungere gli obiettivi.

Un dato che mostra come, al di là delle parole, l’Italia sia ferma al palo nell’istallazione di nuove fonti di energia pulita.

Molti progetti sono rimasti fermi e la “colpa” non è stata solo della pandemia. Il sistema di rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione di progetti è spesso troppo ostico e non è d’aiuto per il decollo green italiano.

Gli impianti da fonti rinnovabili presenti oggi nel territorio sono 1,35 milioni (60 GW di potenza complessiva) e lo scorso anno ne sono stati installati una quantità pari a 1351 MW, con un contributo complessivo portato al sistema elettrico di soli 115,7 TWh. Un aumento misero (+1,58%) rispetto al 2020, denuncia il rapporto di Legambiente in cui è stata fatta un’analisi dettagliata dello sviluppo delle fonti rinnovabili nel territorio italiano.

Se da una parte la speranza sembra affievolirsi, dall’altra “Amministrazioni pubbliche, imprese e territori che si muovono in tante direzioni diverse per realizzare impianti da fonti rinnovabili”. Sono cresciute le Comunità Energetiche, 100 mappate negli ultimi tre anni di cui 59 nate tra giugno 2021 e maggio 2022.

I numeri degli impianti sono insufficienti allontanando rischiosamente l’obiettivo di 70 GW, dall’altra parte il Bel Paese si riempie però di opportunità di autoproduzione e scambio di energia grazie alle Comunità Energetiche da fonti rinnovabili. Delle 100 mappate da Legambiente, effettivamente operative sono 35, 41 ancora in fase progettuale e 24 in procinto di nascere.

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Ad oggi 40 Comuni italiani sono 100% rinnovabili e 3.493 sono invece 100% elettrici.

Un buon esempio di autoconsumo che potrebbe essere punto di partenza per capire come modificare realmente il sistema energetico in Italia: basta volerlo.

Mentre dunque i numeri sugli impianti sono deludenti, quelli relativi alla diffusione delle singole tecnologie danno molta speranza. Da Legambiente chiariscono come esistano 7.127 Comuni con almeno un impianto solare termico, 7.855 con impianti solari fotovoltaici in cui sono distribuiti 22,1 GW di potenza, 1.054 in cui è presente almeno un impianto eolico con 11,2 GW, 1.523 con almeno un impianto idroelettrico, per complessivi 23 GW.

Come sottolineato dalla responsabile energia di Legambiente, esistono tutte le condizioni che permetterebbero un vero salto qualitativo energetico. Eppure ci sono decine di progetti per le CER (Comunità energetiche rinnovabili) bloccati perché il governo tarda a presentare strumenti e coordinate per la diffusione di progetti invece essenziali per la lotta contro l’emergenza climatica e che favorirebbero le tasche degli italiani.

Lentezze e difficoltà che mancano di una giustificazione valida, visto anche come il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) abbia stanziato 2,2 miliardi di euro per favorirne la realizzazione.

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Milano, 28/05/2022

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