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CALIFORNIA: AL VOTO GLI ALLEVAMENTI INTENSIVI

Si vota a Berkeley per vietare gli allevamenti intensivi – Articolo di Alessandra Tedeschi.

Gli elettori della città di Berkeley, California, saranno chiamati al volto per decidere se vietare o meno gli allevamenti intensivi.

È la prima volta che negli Stati Uniti una simile misura viene messa al voto.

La notizia è stata pubblicata dal noto quotidiano britannico The Guardian.

Berkeley, città animalista e ambientalista

La città di Berkeley, che si trova nella Baia di San Francisco, non è nuova a battaglie animaliste e ambientaliste.

Attualmente a Berkeley non ci sono allevamenti intensivi, ma lo scopo degli attivisti è accendere i riflettori sulla questione degli allevamenti intensivi e creare un precedente da replicare nelle altre città degli Stati Uniti.

Cassie King, di Direct Action Everywhere, uno dei gruppi animalisti che ha spinto per l’iniziativa di sottoporre a voto gli allevamenti intensivi, ha così dichiarato: “Possiamo aprire la strada all’abolizione dell’allevamento intensivo”.

Fu proprio Berkeley tra le prime città a vietare la vendita di pellicce e ora il divieto è esteso a tutta la California. Un’altra iniziativa nata a Berkleley è il “Green Monday”, che, simile ai “meatless Mondays”, prevede che nel giorno del lunedì tutte le strutture di ristoro della città forniscano solo opzioni alimentari vegane al fine di incoraggiare le persone a ridurre il proprio impatto ambientale.

Gli allevamenti intensivi in USA

Negli Stati Uniti il 90% del bestiame è allevato in allevamenti intensivi, noti anche come “concentrated animal feeding operations” (CAFO). Le associazioni che si battono per i diritti degli animali e per l’ambiente denunciano da tempo il trattamento crudele che gli animali subiscono negli allevamenti intensivi e la minaccia alla salute pubblica che gli allevamenti intensivi comportano a causa della contaminazione dell’aria e dei corsi d’acqua.

Secondo un sondaggio effettuato nel 2019, il 57% degli aventi diritto di voto negli USA è favorevole a una maggiore sorveglianza degli allevamenti intensivi e il 43% si dichiara a favore di un divieto di nuovi CAFO.

Nel 2021, il senatore del New Jersey, Cory Booker, ha reintrodotto una legge nota come Farm System Reform Act (legge di riforma del sistema agricolo) che prevede una sospensiva su CAFO nuovi e in espansione e l’eliminazione graduale di quelli più grandi entro il 2040.

Inoltre, l’anno scorso, la Corte Suprema ha confermato la Proposition 12 della California, che vieta nello stato della California la vendita di carne di maiale, polli e vitelli provenienti da allevamenti intensivi che utilizzano le gabbie per i maiali.

Le lobby della carne

Purtroppo l’industria degli allevamenti intensivi è una delle lobby più potenti degli Stati Uniti e si oppone con aggressività a riforme, politiche ambientali e climatiche. È anche riuscita a ottenere ingenti sussidi dal governo federale: secondo uno studio, gli allevamenti intensivi ricevono 10,7 miliardi di dollari all’anno, 800 volte il denaro stanziato per la carne di origine vegetale o coltivata.

Una tattica comunemente utilizzata dall’industria della carne è la disinformazione di massa e le campagne diffamatorie.

La facoltà del dissenso

Berkeley contro le lobby. Davide contro Golia.

L’impresa è nobile e le risorse impari, ma intanto a Berkeley va il merito di aver acceso i riflettori e chiamato gli elettori al voto. Un voto che sta alla coscienza degli elettori, alla loro compassione ed empatia verso animali fatti nascere solo per essere abusati e uccisi, alla loro lucidità nel preservare ciò che resta di un pianeta sfruttato e maltrattato, alla loro capacità di non farsi influenzare dalle campagne diffamatorie delle lobby della carne.

Che gli elettori di Berkeley possano sferrare un altro piccolo colpo alle multinazionali della crudeltà, del profitto e dell’inquinamento. E che il colpo sia il primo di una lunga serie, negli Stati Uniti e ovunque nel mondo.

Ma al di là del voto, ciascuno ha la facoltà (e la responsabilità!) di esprimere il proprio dissenso agli allevamenti intensivi e ad ogni forma di sfruttamento degli animali, scegliendo ogni giorno cosa mettere nel piatto, cosa indossare, cosa finanziare. Non c’è azione più potente, immediata ed efficace.

Alessandra Tedeschi

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Milano, 26/02/2024

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