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MARCO OLMO, 67 ANNI LEGGENDA DELLA CORSA ESTREMA

“Vivo per correre, lavoro per vivere” è il motto del maratoneta Marco Olmo che, a 67 anni, stupisce ancora una volta vincendo L'Ultra Bolivia Race.

Marco è vegetariano da 31 anni e afferma che col tempo questa scelta è diventara un’etica di vita. Per lui prima di tutto arriva il rispetto per gli animali, infatti sono molti a chiamarlo “profilo d’aquila” o “l’incrocio tra un camoscio e dromedario”, e lui conferma di cavarserla bene sia in montagna che nel deserto e si riconosce nei nomignoli: "il profilo d’aquila ce l’ho davvero quando sono accigliato in gara: il mio nasone fa da becco, alla fine io stesso sono un animale, quindi se devo scegliere mi associo solo a Marco Olmo”.

Un articolo su running.gazzetta.it/ ben presenta Marco Olmo, leggenda vivente della corsa estrema.  Marco è piemontese ed è nato con la corsa nel sangue, il suo nome non mai mancato nelle competizioni più importanti degli ultimi 20 anni: dalla Marathon des Sables (1996, Marocco), ove si è classificato 3°, passando per il titolo mondiale all’Ultra Trail du Mont Blanc (2006 e 2007, Francia), fino alla vittoria in Bolivia (19-24 settembre 2016).

In pensione da un paio d'anni, Marco, nella vita non si è mai risparmiato, si ritiene fortunato ad aver avuto il turno lavorativo dalle 6 alel 14 che gli ha permesso di potersi allenare nelle ore libere, di sacrifici ne ha fatti parecchi e proprio quando gli altri mollavano lui ha iniziato a correre; le prime gare a 27 anni per poi passare, con la Marathon des Sables, ai percorsi lunghi trovandosi più a suo agio visto che, già prima, ad esempio nelle gare di sci alpinismo o sci di fondo, si distingueva sempre di più nei tratti lunghi.

L'Ultra Bolivia Race, che l'ha visto vincitore, è una competizione estrema che si divide in sei tappe, 170 chilometri totali a piedi e in autosufficienza alimentare, il tutto a 3700/4100 metri di quota. Marco Olmo ha impiegato 16 ore 44 minuti e 10 secondi e, come racconta, "Non è stato tutto rosa e fiori. La parte più difficile? La quota. Mal di testa, si secca il naso, le labbra si spaccano; c’è pochissima umidità e il sole è forte, mentre la notte si scende sotto zero: sono arrivato mercoledì e il lunedì già si correva, bisognerebbe starci 15/20 giorni prima per abituarsi a quelle quote”. L’Ultra Boliva Race è tra le competizioni più in quota e più in autosufficienza del mondo, vincerla con due ore di anticipo rispetto al secondo, e soprattutto a 67 anni, non è cosa da tutti, ma Marco è convinto, e noi condividiamo la sua convinizione, che il corpo lo sostiene ancora grazie anche al suo stile di vita da vegetariano. Ci chiediamo, che traguardi raggingerebbe se fosse vegano?

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Il video è del pezzo "Marco Core" che nel 2009 il gruppo indipendente genovese Ex-Otago ha dedicato al maratoneta.

Milano, 10/10/2016 – GC

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