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MANGIARE L’AGNELLO A PASQUA NON E’ CRISTIANO

Articolo di Marilena Bogazzi di Cattolici Vegetariani

Come ogni anno la settimana precedente alla Pasqua cristiana, in cui si celebra la Ressurezione di Gesù, molti praticanti si affannano più per il pranzo pasquale che per la necessaria preparazione spirituale e liturgica di questa Solennità e vanno cercando cuccioli di agnello uccisi da portare in tavola convinti di rispettare una tradizione cristiana.

Come affermò l’Arcivescovo Castoro

“La Pasqua Cristiana non ha nulla a che fare con la strage di milioni di agnellini in quanto Cristo, vero agnello pasquale, ha immolato se stesso per riscattarci dalla malvagità, dalla ingiustizia e da tanti altri mali che affliggono l’uomo e il creato”

Neppure Gesù stesso mangiò l’agnello per Pasqua, come affermato da Benedetto XVI in Coena Domini 2007: “In base a questo contesto dobbiamo comprendere la nuova Pasqua, che Egli ci ha donato nella Santa Eucaristia.

Nei racconti degli evangelisti esiste un’apparente contraddizione tra il Vangelo di Giovanni, da una parte, e ciò che, dall’altra, ci comunicano Matteo, Marco e Luca. Secondo Giovanni, Gesù morì sulla croce precisamente nel momento in cui, nel tempio, venivano immolati gli agnelli pasquali.

gesù pasqua croce
La sua morte e il sacrificio degli agnelli coincisero” e Gesù ha realmente sparso il suo sangue alla vigilia della Pasqua nell’ora dell’immolazione degli agnelli.

Egli però ha celebrato la Pasqua con i suoi discepoli probabilmente secondo il calendario di Qumran, quindi almeno un giorno prima – l’ha celebrata senza agnello, come la comunità di Qumran, che non riconosceva il tempio di Erode ed era in attesa del nuovo tempio.

Gesù dunque ha celebrato la Pasqua senza agnello – no, non senza agnello: in luogo dell’agnello ha donato se stesso”, sottolinando inoltre come Gesù scelse per l’Ultima Cena proprio un quartiere esseno cioè dove era vietato il sacrificio animale (gli esseni erano vegetariani): una scelta casuale? 

Un inutile sacrificio

Il sacrificio animale viene inoltre dichiarato inutile nel Nuovo Testamento proprio da San Paolo, l’apostolo delle genti, che afferma che

” è impossibile eliminare i peccati con il sangue di tori e di capri” (Ebrei 10,4)  e continua (Ebrei 10, 9-10) che l’unico sacrificio che dona salvezza è quello compiuto da Gesù, unico e definitivo: “Con ciò stesso egli abolisce il primo sacrificio per stabilirne uno nuovo.  Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre.”

L’antico Testamento

Inoltre, già nell’Antico Testamento molti profeti si erano già schierati contro il sacrificio animale.

Non tutti i sacerdoti dell’Antico Testamento sacrificavano animali: una delle più interessanti figure del Vecchio Testamento è Melchisedek, Re di Salem e sacerdote del Signore. E’ una figura molto misteriosa, una delle prime a simboleggiare la venuta di Cristo.

In Genesi 14,18 Melchisedek benedice Abram offrendo PANE E VINO e non immolando animali.

E’ proprio per questo che è sempre stato visto come una prefigurazione del Cristo.

Cristo è sacerdote SECVNDVM ORDINEM MELCHISEDEK, ovvero non per discendenza di sangue (come erano soliti essere sacerdoti i Leviti) ma per aver offerto il Suo Corpo e il Suo Sangue SECVNDVM ORDINEM MELCHISEDEK.

Ancora oggi nella formula di ordinazione dei sacerdoti c’è TV ES SACERDOS IN AETERNVM, SECVNDVM ORDINEM MELCHISEDEK.

Esemplare è la denuncia di Geremia:

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“ Aggiungete pure i vostri olocausti ai vostri sacrifici e mangiatene la carne . IN VERITA’ IO NON PARLAI NE’ DIEDI COMANDI SULL’OLOCAUSTO E SUL SACRIFICIO AI VOSTRI PADRI, QUANDO LI FECI USCIRE DAL PAESE D’EGITTO, MA QUESTO COMANDAI LORO: ASCOLTATE LA MIA VOCE!

Allora io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo, e camminerete sempre nella strada che vi prescriverò, perché siate felici. MA ESSI NON ASCOLTARONO né prestarono l’orecchio; anzi procedettero secondo l’ostinazione del loro cuore malvagio e invece di voltarmi la faccia mi hanno voltato anche le spalle, da quando i loro padri uscirono dal paese d’Egitto fino ad oggi.

Io inviai a voi tutti i miei servitori ,i profeti, con premura e sempre eppure essi non li ascoltarono e non prestarono orecchio. Resero dura la loro cervice, divennero peggio dei loro padri. Tu dirai loro queste cose, ma essi non ti ascolteranno; li chiamerai ma non ti risponderanno” (Geremia 7, 21-27).

Anche Isaia da voce al Signore per esprimere contrarietà al sacrificio animale

“Il sangue di tori, agnelli e capri Io non lo gradisco” (Isaia 1,11b)

Osea arriva ad affermare che il compiere il rituale di sacrificio non solo è inutile per espiare peccati ma addirittura aggiunge peccato al peccato già commesso:

“Con i loro sacrifici rendono più profonde le loro infedeltà” (Osea 5,2)
“ Quanto ai sacrifici che mi offrono, immolano carne e la mangiano; il SIGNORE non li gradisce. Ora il SIGNORE si ricorderà della loro iniquità” (Osea 8,13)

Il senso del “sacrificio” vero, quello che ci rende sacri, viene sancito all’interno della Bibbia nella sua vera valenza che racconta quali sono i veri sacrifici graditi a Dio:

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“Offrano sacrifici di lode e raccontino le sue opere con gioia!” (salmo 107,22)
“Praticare la giustizia e l’equità è cosa che il SIGNORE preferisce ai sacrifici” (Proverbi 21,3)
“Poiché io desidero bontà, non sacrifici, e la conoscenza di Dio più degli olocausti” (Os 6,6)
“Amarlo con tutto il cuore, con tutto l’intelletto, con tutta la forza, e amare il prossimo come se stesso, è molto più di tutti gli olocausti e i sacrifici” (Matteo 12,33)
“ voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo” (1Pietro 2,5)

Il piano di Dio

Tutto questo poi si inserisce legittimamente nel piano di Dio sulla creazione, ricordiamo infatti che nel progetto originario di Dio era assente ogni violenza compresa quella rivolta agli animali e infatti l’essere umano era creato vegetariano.

“Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra nei quali vi è alito di vita, Io do in cibo ogni erba verde” Gen 1,29-30.

Quindi nella prospettiva iniziale di Dio era contemplata una visione completamente armonica della creazione, dove non esisteva violenza (essa sarà poi il frutto dell’allontanamento da Dio); l’uomo sapeva essere custode di ciò che Dio  gli aveva affidato.

Su questo abbiamo ampiamente parlato già perciò non ci dilunghiamo ed rimandiamo ad altri articoli.

In conclusione

Dalla lettura di questi testi possiamo meditare sul vero senso di “offrire la vita al Signore” che è ascoltare la Sua Parola e metterLa in pratica, non versare sangue innocente.

A decretare la fine dei sacrifici animali è il Nuovo Testamento, quando San Paolo afferma che una volta avvenuto il sacrificio di Cristo (l’ultima cena, la sua crocifissione, la sua risurrezione) si è compiuto un sacrificio perfetto che sarà valido per sempre e rende pertanto inutile ogni sacrificio: noi cristiani infatti sappiamo bene che l’unico capace di darci salvezza è Gesù Cristo, è Lui che ci rende sacri compiendo in noi attraverso la Grazia la santificazione nella misura in cui siamo disposti ad accoglierla.

gesù pasqua ultima cena

Alla luce di ciò appare difficile comprendere perché ancora oggi molti praticanti sono convinti che a Pasqua occorra mangiare carne di agnello: la tradizione di uccidere cuccioli per Pasqua non è dunque una tradizione cristiana , non serve per espiare peccati, porta morte e violenza nel giorno che festeggia la Vita, non ha alcuna ragione spirituale di esistere e non tiene conto della salvezza portata da Colui che quel giorno viene celebrato nella sua Risurrezione.

Il nostro appello è dunque : a Pasqua nutritevi dell’Eucarestia!

Marilena Bogazzi

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Milano, 07/04/2023

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