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TARDIGRADI, ORSETTI D’ACQUA “INDISTRUTTIBILI”

Tardigradi, gli orsetti d’acqua indistruttibili. Articolo di Alessandra Tedeschi

I tardigradi sono orsetti d’acqua minuscoli, grandi quanto la capocchia di uno spillo, ma in grado di resistere alle condizioni più estreme.

Riporta la curiosa notizia un articolo di Geopop.

I tardigradi un pò più da vicino

I tardigradi sono piccoli invertebrati acquatici conosciuti anche come “orsetti d’acqua” o “maialini del muschio”.

Il nome originale tedesco kleiner Wasserbär (piccolo orsetto d’acqua) è stato tradotto in tardigrado, ossia “colui che cammina lentamente”.

Appartengono al phylum Tardigrada, che comprende circa 1300 specie e sono imparentati con gli artropodi (crostacei e insetti) e con i nematodi (vermi cilindrici che infestano piante e animali).

I tardigradi sono talmente piccoli da essere invisibili ad occhio nudo, misurano infatti pochi decimi di millimetro. I tardigradi somigliano ad un bruco a 8 zampe, respirano con la cute e si cibano soprattutto di cellule vegetali e altri microorganismi tramite un apparato succhiante con cui “aspirano” nutrienti. Sembra che in alcuni casi possano anche praticare il cannibalismo, cibandosi dei propri simili!

Indistruttibili

I tardigradi sono considerati dai ricercatori tra gli animali più resistenti al mondo. Purtroppo per fornire prova di questa loro caratteristica, i tardigradi sono stati sottoposti agli esperimenti più estremi.

Bolliti, congelati, essiccati, esposti a radiazioni cosmiche e sparati nello spazio senza luce e ossigeno. Molti di loro sono sopravvissuti.

Bolliti e congelati

I ricercatori hanno scoperto che gli orsetti d’acqua essiccati sono in grado di sopravvivere a temperature di circa 150°C. Ma sono anche in grado di sopravvivere, seppur per un breve periodo, a temperature di -200°C!

Inoltre, i ricercatori hanno congelato a – 20°C alcuni esemplari e li hanno scongelati 30 anni dopo… uno di essi è riuscito a sopravvivere e a riprodursi. 

Disidratati e sottoposti ai raggi UV

I ricercatori hanno scoperto che alcune specie di tardigradi, se disidratate, potrebbero resistere, nonostante le radiazioni ultraviolette solari, a un viaggio di 10 giorni nella bassa orbita terrestre. Forse, ipotizzano gli esperti, gli orsetti d’acqua sono in grado di riparare il proprio DNA una volta danneggiato e/o di proteggerlo con una sorta di “scudo” UV di pigmenti fluorescenti.

Trovare il meccanismo attraverso il quale i tardigradi riescono a sopravvivere potrebbe aiutare a migliorare la protezione per gli astronauti umani durante le missioni nello spazio. Sostengono i ricercatori.

Sottoposti a pressioni elevatissime

I ricercatori hanno anche scoperto che i tardigradi sono in grado di sopravvivere a oltre 600 megapascal, l’equivalente di 6.000 volte la pressione dell’atmosfera al livello del mare. La maggior parte degli organismi pluricellulari e dei batteri non sopravvive a pressioni più alte di 300 megapascal.

In grado di ibernarsi

I tardigradi normalmente vivono per un paio di mesi. Ma possono prolungare la durata della loro vita di numerosi decenni. Come? Attraverso l’ibernazione.

I tardigradi sono infatti in grado di rallentare il loro metabolismo, e quindi le proprie funzioni vitali, per periodi molto lunghi. Per far ciò espellono acqua e si appallottolano su se stessi (proteggendo DNA e cellule). Per poi riattivarsi in presenza di condizioni più favorevoli.

Tallone d’Achille

A differenza degli orsetti d’acqua essiccati, quelli “metabolicamente attivi” che non hanno avuto il tempo di acclimatarsi, ossia “abituarsi” gradualmente ad una nuova condizione, sono vulnerabili alle alte temperature (tra i 37 e i 38°C).

Probabile che i ricercatori non si accontentino di questi risultati e continuino a fare altri esperimenti allo scopo di ricavarne vantaggi per il genere umano.

Ma non sarebbe forse meglio conoscere qualche dato in meno su questi minuscoli esseri viventi e lasciarli vivere?

Ma la domanda è:

Possibile che l’essere umano sia sempre alla ricerca di un una qualche utilità a discapito delle altre forme di vita, siano essere mammiferi o invertebrati grandi quanto la capocchia di uno spillo?

Alessandra Tedeschi

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Milano, 10/02/2023

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