AMBIENTENEWS

EUROPA, CLIMA INFERNALE

Sempre più infernali le temperature in Europa dove i cambiamenti climatici sembrano galoppare molto più velocemente rispetto al resto del pianeta.

Secondo l’articolo di Gloria Ferrari apparso su L’Indipendente, pare che le temperature in Europa si stiano innalzando più velocemente che altrove. Ci chiediamo che estate ci aspettano.

Il riscaldamento globale sta colpendo l’Europa più di ogni altro continente

In Europa le temperature stanno aumentando più velocemente che altrove, tant’è che il 2022 è stato il secondo anno più caldo mai registrato in Europa (da quando si effettuano le misurazioni), con +0,9°C rispetto alla media, con l’estate più calda di sempre (+1,4°C sopra la media e 0,3–0,4°C sopra la precedente estate più calda, quella del 2021).

Le temperature maggiormente al di sopra della media – un importante indicatore di come il clima stia cambiando – si sono registrate nella Scandinavia nord-orientale e nei paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo nord-occidentale.

Sono tutti dati contenuti nell’ultimo rapporto del Copernicus Climate Change Service – un ente che si occupa di monitorare costantemente le condizioni del clima – che quest’anno mettono in luce una condizione piuttosto complicata.

Tra le pagine del documento, che analizza l’incidenza del riscaldamento su diversi ambienti naturali, si legge che nei laghi e nei mari europei le temperature superficiali stanno aumentando al cambiare del clima.

Tant’è che quelle medie registrate nel 2022 sono state le più alte di sempre. Nel Mar Mediterraneo, ad esempio, le temperature hanno superato di gran lunga la media stagionale a partire da maggio in poi, con ondate di caldo marino da record durante l’estate. In generale, nel continente, in media il 73% dei laghi ha registrato temperature superiori alla media, fatta eccezione per quelli dell’Europa settentrionale e orientale, invece più freddi.

Per quanto riguarda il caldo, invece, è stata l’Europa meridionale a subire il maggior numero di giorni con “stress da caldo molto forte”.

Una condizione peggiorata dalle scarse precipitazioni (e di fatto le Alpi hanno visto una perdita record di ghiaccio): nel suo complesso, l’anno è stato fino al 10% più secco della media. In questo senso, maggio è stato il mese peggiore, con il 21-28% in meno di precipitazioni rispetto alla media.

SICCITà CAMBIAMENTO CLIMATICO

Comunque la primavera e l’estate sono state più secche nella maggior parte delle aree. Tant’è che i Paesi dell’Europa centrale hanno sperimentato una siccità prolungata che non ha colpito solo la parte superficiale del suolo, ma anche strati di terreno più profondi. E ovviamente ne ha risentito la portata dei fiumi, classificata come la seconda più bassa mai registrata e segnando il sesto anno consecutivo sotto la media flussi.

Tutti fattori che, intrecciandosi, hanno portato ad una diffusa siccità e ad un alto grado di incendi estivi, che a loro volta hanno rilasciato nell’ambiente una grande quantità di anidride carbonica (alcuni Paesi hanno registrato le emissioni più alte degli ultimi 20 anni).

Per gran parte dell’anno si sono registrate condizioni di pericolo incendio superiori alla media, in particolare nelle aree sud-occidentali, ma le fiamme più aggressive hanno travolto l’Europa centrale e la regione del Mediterraneo, con incendi critici, quelli cioè che coprono aree di migliaia di ettari. Copernicus stima che siano andati persi più di 900mila ettari di foresta.

Tirando le somme, situazioni climatiche estreme e ondate di caldo torrido hanno fatto sì che le temperature medie in Europa, dal 2018 al 2022, siano state di 2,2 gradi Celsius superiori ai livelli pre-industriali (1850-1900). Non è andata meglio nel resto del mondo, visto che gli ultimi otto anni sono stati i più caldi mai registrati – il 2022 ha avuto in media +1,2 gradi sopra i livelli pre-industriali – e le concentrazioni di gas serra (tra cui il metano) hanno raggiunto i livelli più elevati mai rilevati.

Si tratta di cifre che non devono necessariamente scoraggiare. O meglio, la loro diffusione permette di prendere coscienza della situazione in cui siamo immersi. Come ha commentato Carlo Buontempo, Direttore del Copernicus Climate Change Service, «la comprensione locale delle dinamiche del cambiamento climatico in Europa è fondamentale per i nostri sforzi di adattamento e per mitigare l’impatto negativo che questi cambiamenti hanno sul continente».

Gloria Ferrari

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Milano, 10/05/2023

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