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Università di Ferrara: macachi liberi!

L’Università di Ferrara libera dagli stabulari i macachi usati per inutili e crudeli sperimentazioni

Una bella notizia da Ferrara: l’Università libera i macachi rinchiusi negli stabulari. Ce ne parla il comunicato stampa ufficiale che porta la firma congiunta di Animal Defenders, Animal Liberation, LIMAV Italia e LAV, anche se si è arrivati alla liberazione grazie a tutte le realtà associative animaliste e antispeciste, a tutti gli attivisti che hanno fatto azioni dirette e indirette e a tutte le persone che hanno partecipato alle manifestazioni, ai sit in e ai presidi organizzati negli anni per sensibilizzare l’opinione pubblica circa questa tematica.

Prima di riportare il Comunicato Stampa, ci fa piacere proporvi il commento a caldo che ci ha inviato Lidia Casali, Presidente Animal Liberation, parte attiva nel processo di liberazione dei macachi

COMUNICATO STAMPA 23 MAGGIO 2025
I MACACHI DI FERRARA SONO SALVI.

LE ASSOCIAZIONI: GRANDE VITTORIA, L’UNIVERSITÀ HA DOVUTO ARRENDERSI.


Sono tutti salvi i 5 Macachi di Ferrara, detenuti per anni nello stabulario dell’università cittadina. Clarabella, Eddi, Cleopatra, Cesare e Archimede sono stati trasferiti in un centro di recupero specializzato nel sud della Spagna.

Qui potranno finalmente sperimentare comportamenti che fino ad ora erano stati loro negati nello stabulario dell’ateneo ferrarese, come arrampicarsi, sentire l’erba sotto le zampe, la pioggia e il calore del sole.
Dopo l’Università di Modena e Reggio Emilia e quella di Verona, anche UniFe ha ceduto i Macachi usati per la sperimentazione.

La battaglia per la loro liberazione era cominciata nel 2014 con l’ispezione dell’associazione Animal Defenders che ne documentò la presenza in piccole gabbie, e successivamente ha coinvolto numerose sigle animaliste, come Animal Liberation, Limav Italia, LAV e molte altre. Ferrara è stata teatro di cortei e manifestazioni che hanno visto la partecipazione di centinaia di cittadini, oltre a flashmob in cui manifesti di protesta sono stati esibiti davanti alla sede del Tribunale di Ferrara e addirittura sul Castello Estense, simbolo della città.

“Siamo molto soddisfatti di questo risultato che corona positivamente una lotta che non si è mai fermata e che ci ha visti lavorare compatti per un obiettivo comune” dichiarano i portavoce delle associazioni animaliste. “Ci preme ringraziare le centinaia di cittadini che hanno sfilato in corteo assieme a noi e che hanno firmato la nostra petizione indirizzata a UniFe,”.

Resta però aperta la vertenza sul piano legale, dopo che l’Università era stata fatto oggetto di denuncia penale per maltrattamento di animali da parte dell’avv. David Zanforlini per conto di Animal Liberation e Limav Italia, procedimento in cui sono intervenute anche le associazioni Leal e Leidaa con l’avv. Aurora Lo Prete, e Oipa con l’avv. Claudia Taccani.

Restano ancora intatte le ombre e le opacità, per usare un eufemismo, di un Ateneo che ha detenuto Macachi per molti anni (alcuni di loro erano nello stabulario a più di 20 anni!) in condizioni completamente inadeguate alle esigenze etologiche di questi animali, e dove il macaco Orazio è morto con un impianto al titanio sul cranio.
Al di là degli strascichi legali, però, rimane la soddisfazione per la chiusura dell’ennesima linea di ricerca su primati. È una buona notizia anche per l’Università di Ferrara, che avrà la possibilità di condurre ricerca di base con metodi ben più predittivi, moderni ed etici.

Milano, 24/05/2025 – Grazia Cominato

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