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EDIMBURGO CAPITALE VEGAN

Edimburgo batte sul tempo tutte le capitali europee ed è la prima a firmare il Plant-Based Treaty. Articolo di Gloria Ferrari su L’Indipendente.

Scopriamo in questi giorni che Edimburgo vira verso il veganismo.

plant based treaty

La scelta di un’alimentazione 100% plant based è auspicabile, come sappiamo, per tantissimi motivi. Non per tutti il passaggio a questo tipo di dieta è dettato da motivi empatici ed etici e sappiamo anche che non basta mangiare 100% cruelty free per potersi definire “vegani”.

Qualunque sia la motivazione che spinge le persone a cambiare rotta a tavola, riteniamo debba essere ben accolta in quanto, da un punto di vista prettamente etico, sta a significare che più gente sceglie di nutrirsi con alimenti a base 100% vegetale, meno animali vengono sacrificati.

Ecco perché il progetto Plant-Based Treaty, che pone il focus sulla questione alimentare per contrastare la crisi climatica, non può che farci piacere, anche se, inutile nasconderlo, è una scelta decisamente antropocentrica che viene fatta soprattutto per il benessere umano.

Fatta questa premessa, vi proponiamo un articolo apparso su L’Indipendente che parla della prima città europea che ha firmato il Plant-Based Treaty.

Edimburgo diventa la prima capitale vegan d’Europa

Edimburgo è la prima capitale europea e prima città della Scozia a firmare il Plant-Based Treaty, un ‘trattato’ nato con l’intento di mettere i sistemi alimentari al centro della lotta alla crisi climatica. Nel documento, tra le varie indicazioni, si legge che i Governi che sottoscrivono l’accordo si impegnano a dotare le mense di scuole, ospedali, case di cura, carceri e istituzioni governative di piani alimentari a base vegetale.

La campagna ha infatti come protagonista le piante: promuove il passaggio a diete vegetali, più sane e sostenibili e mira, in questo modo, a fermare il degrado degli ecosistemi causato principalmente dall’estensione di terreno agricolo destinato a produrre quanto più cibo possibile per sfamare gli animali da allevamento.

Con la decisione del Consiglio comunale, Edimburgo è diventata la ventesima città in tutto il mondo ad aver aderito al Plant-Based Treaty – tra le altre c’è anche Los Angeles – ma non tutti i componenti della giunta si sono detti d’accordo.

Il piano, presentato per la prima volta dal consigliere dei Verdi Steve Burgess, nel marzo 2022, con il sostegno del Partito Laburista e del Partito Nazionale Scozzese, ha ottenuto 12 voti a favore e 5 contrari, espressi dai Conservatori. Secondo una valutazione d’impatto che gli stessi consiglieri hanno compilato prima della votazione, è emerso che cibo e dieta rappresentano quasi un quarto (23%) dell’impronta legata ai consumi della città di Edimburgo, con il 12% di queste emissioni derivanti dal consumo di carne.

mensa

Ma, a parere di Miles Briggs, membro del Parlamento scozzese dal 2016, agli alunni delle scuole dovrebbe essere data la possibilità «di avere un’opzione a base di carne per pranzo, un alimento che svolge un ruolo cruciale in una dieta equilibrata e nel loro sviluppo fisico. Questo è l’ennesimo esempio di un’agenda politica forzata a scapito di ciò che conta davvero: il benessere e la salute dei nostri giovani. Non sto dicendo che sia completamente folle, ma questo piano non deve togliere opzioni ai bambini e al personale scolastico, e anche alle case di cura».

Immediata la risposta di Cammy Day, a capo del Consiglio comunale di Edimburgo, per cui «il trattato non è legalmente vincolante e che sebbene le opzioni a base vegetale saranno preferite nelle scuole, i giovani avranno comunque la possibilità di scegliere i loro pasti».

Lanciato nell’agosto 2021, il Plant-Based Treaty è modellato sul Trattato di non proliferazione dei combustibili fossili (FFT) e si basa su tre principi fondamentali:

vegan
  • Rinuncia (stop all’espansione dei campi coltivati per produrre mangime animale);
  • Reindirizzamento (verso un sistema alimentare a base vegetale);
  • Ricostruzione (degli habitat naturali).

L’adesione al piano, come specificato da Cammy Day, non è legalmente vincolante, ma chi lo firma si impegna sostanzialmente a rispettare i principi sopra elencati e alcune altre semplici regole. Tra cui l’introduzione di un’etichettatura chiara sui prodotti alimentari, che comprenda delle avvertenze sul cancro su tutte le carni lavorate che sono state dichiarate cancerogene dall’Organizzazione mondiale della sanità, nessuna costruzione di nuovi allevamenti animali, nessuna costruzione di nuovi macelli e nessuna espansione o intensificazione degli allevamenti esistenti.

Il rapporto, più in generale, ha riconosciuto che è necessaria una riduzione del consumo di carne e latticini per abbassare le emissioni di gas serra.

Nicola Harris, uno dei membri del gruppo alla base del Plant-Based Treaty, ha sottolineato che «la promozione di alimenti a base vegetale in tutta Edimburgo aiuterà i residenti a fare scelte informate migliori per il pianeta, la salute personale e la protezione degli animali».

Milano, 20/02/2023

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