VEG RISTORANTE PER IL TENNISTA DJOKOVIC
Se qualcuno di voi, amici di RadioVeg.it, fa tennis, sa quanto le prestazioni sul campo siano migliorate con una equilibrata alimentazione vegan.
Lo sa anche il tennista numero uno Novak Djokovic.
Il campione è uno dei più grandi giocatori della storia del tennis e presta il nome a una linea di superfood, la Djokolife, senza zuccheri, con grassi di qualità non idrogenati, senza glutine e senza lattosio.
Per superfood Novak intende mirtilli, frutti di bosco, bacche, semi come quelli di lino, di girasole, di sesamo che, come afferma lui stesso in una intervista apparsa su iodonna.it apportano nutrienti sani, minerali e vitamine.Novak ha anche eliminato tutti gli zuccheri raffinati. Mangia casomai cioccolata a base di cacao crudo per togliersi lo sfizio; tra un match e l’altro prende lo zucchero dalla frutta secca, soprattutto dai datteri che gli permettono di mantenere a lungo l’energia, al contrario dello zucchero bianco che gli fa calare le forze.
Il tennista è talmente convinto dei benefici di una dieta corretta che ha aperto poco tempo fa con la moglie Jelena Ristic un ristorante vegano in quel di Monte Carlo.
Il locale si chiama EQVITA e, alla sua inaugurazione, si sono presentati alcuni degli sportivi più famosi quali Andy Murray, Viktor Troicki, Fabio Fognini, Flavia Pennetta y Tomas Berdych.
Fino a poco tempo fa Novak era salutista, ma, pur consumandone poco, non aveva rinunciato a uova e pesce. A questo punto speriamo che abbia cambiato idea e che abbia optato per un’alimentazione priva al 100% di prodotti di origine animale, ad ogni modo la decisione di aprire EQVITA sta di certo a significare che sono sempre di più le persone che scelgono uno stile di vita VEG e che, quindi, l’offerta si adegua e nascono sempre più opzioni vegane; sta ad ognuno di noi scegliere quelle più salutari ed in linea con le motivazioni che ci hanno spinto a diventare vegani.
Tutti auspichiamo in un futuro sempre più veg al di là delle proprie motivazioni di partenza, tanto ormai è palese che, chi fa il passo per motivi di salute viene poi a conoscenza di quel che ci sta dietro all’industria della carne quindi non può che continuare, mentre chi lo fa per questione animaliste, si trova talmente bene anche a livello di salute che la scelta non può che uscirne rafforzata.
Fonti: iodonna.it – animallibre
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Milano, 16/4/16 – GC