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EMILIA ROMAGNA, EQUILIBRI NATURALI DISTRUTTI

L’alluvione ha causato danni irreversibili anche alla biodiversità. Ce ne parla Davide Celli

Il disastro in Emilia Romagna ha coinvolto personalmente anche Davide Celli, emiliano doc.

Da ambientalista molto preparato ed essendoci dentro fino al collo in questo disastro, Davide ha risposto al nostro appello di illustrarci il suo punto di vista per quanto riguarda cause, danni evidenti e quantificabili sia nell’immediato che in un prossimo futuro.

Il quadro che ci ritorna non è certo roseo.

Lo stato delle cose in Emilia Romagna

Ecco l’approfondimento di Davide Celli per RadioVeg,it.

Nel suo audio, Davide ha parlato degli animali “messi alla gogna” che, per l’opinione pubblica, sarebbero causa di cedimenti degli argini.

Tra le creature sul banco degli imputati ci sono in prima battuta gli istrici e poi tornano “in auge” le nutrie.

A proposito di nutrie, da tempo sotto i riflettori dell’opinione pubblica, vogliamo condividere ciò che ci ha inviato Mariangela Corrieri, presidente di Gabbie Vuote Odv che ci presenta dettagliatamente proprio le nutrie.

La nutria o Myocastor coypus

Conosciamo la nutria? Quell’animale che non ci aspettiamo, diverso, lontano dagli stereotipi, dai luoghi comuni che tanto piacciono ma che ingabbiano la nostra libertà di pensiero e di giudizio.

Un animale vittima dell’inciviltà, della violenza umana e delle sue comode necessità, tristemente eletto a ruolo  di capro espiatorio. Le amministrazioni hanno investito molte energie e molto denaro per organizzare campagne di sterminio e lo hanno fatto inutilmente. Le inondazioni continuano puntualmente a ripetersi testimoniando l’evidente inutilità dell’uccisione di migliaia di animali che dovrebbe far inorridire senza riserve.

Occorre lasciare agli animali il loro spazio vitale se vogliamo che non interferiscano con le nostre attività, altrimenti dovremmo procedere con l’eradicazione dell’intera natura e trasferirci poi su un’altro pianeta per ricominciare il ciclo dell’autodistruzione.

Chi è la nutria

La nutria appartiene all’ordine dei Roditori (insipientemente a causa di questo termine della tassonomia scientifica viene assimilata a topi e ratti) e alla famiglia dei Myocastoridae. Filogeneticamente e morfologicamente è quindi diversa da topi e ratti ma anche dalla lontra che appartiene all’ordine dei Carnivori e alla famiglia dei Mustelidae.

E’ quindi specie alloctona naturalizzata. 

Com’è arrivata in Italia

Non certamente a nuoto.
Fu importata in provincia di Alessandria nel 1928 per l’industria della pelliccia. Animali selvatici imprigionati in allevamenti lager, allevati in piccole gabbie dove impazziscono perché non possono più condurre una vita naturale. Infine uccisi con metodi agghiaccianti.

Al crollo del mercato, negli anni ’80, con irresponsabilità e illegalità, molte nutrie furono liberate onde evitare il costoso smaltimento delle carcasse 

Come vive e come si comporta

La nutria ha abitudini crepuscolari e una dieta strettamente vegetariana. Predilige le piante acquatiche e la vegetazione spontanea presente in prossimità degli argini dei corsi d’acqua. Solo se è costretta dalle circostanze tenderà a nutrirsi delle piantine coltivate presenti a pochi metri dall’argine.

La sua indole è estremamente docile, timorosa e pacifica, amichevole,  assolutamente non aggressiva, tanto da essere diventata un pet, animale da compagnia, affettuoso e interattivo, dapprima negli Stati ma poi anche in Italia. E’ quindi un animale molto sociale, pulito e intelligente.

La nutria raggiunge la maturità sessuale a 4-6 mesi e partorisce due volte all’anno una media di 4-6 cuccioli. Gli inverni rigidi e le estati siccitose ne limitano drasticamente il numero.

Nel 2010 l’IUCN (International Union for Conservation of Nature) ha stabilito che la nutria non rappresenta più un problema, la popolazione globale di castorino è in decremento.

I problemi igienico sanitari sono uno dei pilastri su cui si regge la schiera dei detrattori della nutria. Nessuno di quelli che li ostentano è un esperto conoscitore di questo animale (chimico, biologo, ricercatore), ma l’importante è gettare fango sulle nutrie e infondere paura nelle persone.

Danni agli argini dei corsi d’acqua

Non si è mai letto che l’’alluvione di Firenze fosse stata causata dalle nutrie. E neppure quelle successive.

Ma ora si ascolta in radio qualcuno che suggerisce il colpevole: la nutria. Assurdo ma facile.

Ogni volta che si verificano piogge intense, smottamenti, frane, esondazioni, allagamenti si urla al dissesto idrogeologico. Ma poi?
Si interviene o si smette semplicemente di urlare? Oppure, come in una favola, appena smesso di urlare si crea il capro espiatorio?

Si incolpa la Nutria di provocare danni alla stabilità degli argini per la sua attività di scavo delle tane ma questi animali non scavano tane profonde come i conigli o i tassi.

Eradicazione

E’ veramente curioso leggere su una legge italiana la parola eradicazione quando questa è ritenuta di fatto impossibile in un territorio senza barriere invalicabili. L’eradicazione di una specie da un territorio siffatto risulta infatti un tentativo vano (IUCN).

Non soltanto, ma le politiche pluridecennali di uccisione per raggiungere l’eradicazione, non hanno dato alcun risultato se non quello di regalare a un animale docile e innocente, sofferenze atroci.

 Legislazione

La vicenda giuridica della nutria (prima selvatica, poi alloctona, naturalizzata, nociva, invasiva….) rappresenta quanto siano labili i riferimenti umani, sia etici che scientifici e quanto gli interessi di particolari gruppi abbiano la meglio sull’intera cittadinanza che pretenderebbe fosse rispettato l’aspetto scientifico ed ecologico. Cambiano le parole e un essere vivente da protetto si trasforma in condannato a morte.

Metodi cruenti e illegali utilizzati

Secondo analisi di Istituti Zooprofilatticisi è dimostrato scientificamente che gli abbattimenti sono inutili, dispendiosi, anti-etici, anti-ecologici e non risolvono affatto il problema della sovrappopolazione (se sovrappopolazione esiste), anzi, lo amplificano perché, sempre in base alla legge biologica della capacità portante che regola le popolazioni di fauna selvatica, aumenta il numero dei nati e il tasso di immigrazione.

La nutria è stata uccisa con ogni mezzo provocando a questi docili e pacifici animali notevoli sofferenze e conferendo agli autori di tanta violenza il giusto epiteto di carnefici.

Riepilogando. Fucilate, annegate, bastonate, avvelenate, gassate. Prese a badilate. Gli strumenti più usati sono stati la cattura con le gabbie trappola e i gassificatori. Ma anche Fucili, balestre e carabine ad aria compressa.

La dignità dell’uomo non viene macchiata?

Metodi incruenti ed ecologici

Secondo il nostro comportamento, un animale per non fare danni a noi umani, dovrebbe stabilirsi su un altro pianeta.

Nel 2013 l’Unione Veneta Bonifiche ha enunciato le 7 regole antiallagamenti e per una nuova cultura di gestione del territorio e consultandole, come si può notare, le nutrie non sono neppure citate. Le 7 regole sono:
– fermare l’urbanizzazione non governata
– rispetto assoluto dei pareri di compatibilità idraulica sulle nuove urbanizzazioni
– perseguire accordi con i comuni anche con il superamento del patto di stabilità
– ricreare l’invarianza idraulica delle aree già edificate
– recuperare gli scoli nelle aree residenziali private
– recuperare la capacità di invaso con la pulizia di tutti i fossi  nelle campagne

L’adozione di efficaci misure di prevenzione dei danni volte ad anticipare l’evento dannoso deve rivestire un ruolo prioritario” e “la prevenzione può profilarsi vincente anche sotto il profilo economico” (Roberto Cocchi ISPRA 2006). Ma così non è.

Osservazioni finali

Il rischio di frane e alluvioni in Italia è elevato. Oltre 7.423 comuni (93,9%) sono a rischio idrogeologico come attualmente osservato dall’ISPRA.

Malgrado la quasi totalità dei suoi Comuni sorga in territori a rischio idrogeologico elevato, l’Italia si fa trovare ancora impreparata a gestire piogge torrenziali e torrenti in piena.
Frane, allagamenti, alluvioni: l’Italia è un Paese martoriato dal dissesto idrogeologico. Il riscaldamento globale – spiegano dal Centro Euro Mediterraneo sui cambiamenti climatici – porterà a un’inevitabile recrudescenza dei fenomeni estremi e le conseguenze sono e saranno disastrose..

Non è giusto che siano gli animali a pagare con la vita gli errori degli uomini ed è importante che ognuno possa prendere coscienza di questo in modo da optare per soluzioni eticamente e scientificamente efficaci e biocompatibili.

Firenze, maggio 2023 – Mariangela Corrieri, Presidente Gabbie Vuote odv.

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Milano, 27/05/2023

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