ANIMALI

FIGLI DELLE STELLE

Chi non si ritrova a volte  con il naso all’insù a guardar le stelle? Chi non vorrebbe partire subito per un viaggio interstellare e provare l’emozione di vedere la terra da un’altra prospettiva?

Certo, sarebbe una decisione presa in piena consapevolezza, una libera scelta che fanno anche gli astronauti, ma che dire dei cagnolini che sono stati i primi a superare i confini dell’atmosfera? Loro non hanno potuto scegliere se essere catapultati o meno verso l’universo!

Repubblica.it scienze riporta un interessante articolo. Sapete quanti cani vennero spediti in orbita dall’Unione Sovietica? I più famosi si chiamano Laika, Belka e Strelka, ma i cani che si sono trovati nel bel mezzo della  gara tra superpotenze per la conquista dello spazio sono ben 50 di cui 20 morirono in volo.

Le loro storie dettagliate emergono per la prima volta nei diari inediti di Oleg Gazenko, responsabile del "Piano animali spaziali" dell'Unione Sovietica. Sono segnati nomi, date, dieta, analisi, programma di allenamenti, ma anche annotazioni malinconiche e fiori lasciati a essiccare tra le pagine in memoria degli eroi a quattro zampe scomparsi. I preziosi documenti sono stati ritrovati  casualmente nell'archivio dell'Istituto per i problemi medico-biologici dell'Accademia delle scienze russa e sono stati pubblicati per la prima volta dalla Novaja Gazeta. Scorrendo le pagine ci si imbatte in diversi nomi mai passati alla storia. Vezzeggiativi  che in italiano suonano come, "Piccolina"; "Piccola volpe" o soprannomi scherzosi come, "Quella che morde tutti" o "Modaiola" oppure appellativi di battaglia come "Coraggiosa".

Tutti bastardini scelti in quanto più docili e resistenti dei loro cugini di razza e accuratamente selezionati perché avevano tutti i requisiti richiesti affinché potessero stare nello spazio angusto delle navicelle: meno di 35 centimetri di altezza, non oltre 43 centimetri di lunghezza, meno di 6 chili di peso.

La prima squadra canina iniziò gli allenamenti nell'inverno del 1950 e, mentre le scimmie avevano paura e venivano lanciate nello spazio anestetizzate, i cani si sottoponevano a tutti i test docilmente perché fidavano dell'uomo.

Durante i 29 voli tra il 1951 e il 1960 furono 44 cani letteralmente sparati verso le stelle e otto finirono tragicamente. I primi a volare furono  Dezik e Tsigan il 22 luglio 1951. E’ tutto annotato: battito: 250, quattro volte più della norma. Aumento del peso: 5 volte. E soprattutto l’entusiasmo "Vivi, vivi!", gridavano tutti precipitandosi a recuperare la capsula". Durante un secondo lancio Dezik muore, a Tsigan ne vennero risparmiati di nuovi.

Oleg parla di altri due cagnolini morti e racconta di Smelyj, che significa audace, e che si dà alla fuga alla vigilia del secondo volo, ma viene rimpiazzato da Zib acronimo di Sostituto dello Scomparso.

Si arriva così al 1954, altri nomi e altri martiri. Nel 1957 e nel 1958 gli esperimenti si fanno più duri: quota 473 chilometri e 10 minuti a zero gravità. Ecco dunque il 1960 e le pagine dedicate a Laika, Belka e Strelka. I voli non erano più segreti, tutto il mondo doveva seguire i voli dei primi esseri viventi mandati in orbita.

Dagli scritti di Oleg traspare l'amarezza per l’orrenda morte di Laika, "arsa viva", e per anni occultata dall'Urss. Poi una macabra confessione: quando due cani mandati in volo tornavano entrambi illesi, uno dei due veniva sezionato, ma per  Belka e Strelka, per fortuna, è stata fatta un’eccezione. Tra le ultime pagine spunta un fiore essiccato in memoria di Volpetta, morte a in volo insieme a Gabbiano, e al quale Gazenko si era molto affezionato.

Chissà se tutti gli scienziati che nei secoli hanno sacrificato migliaia di povere bestiole avevano un "cuore tenero" come Oleg Gazenko!

Rimane aperto il dubbio: saranno stati utili tutti questi sacrifici? Chissà. A tutti questi piccoli eroi, inconsapevoli di esserlo, va in ogni caso tutta la nostra riconoscenza.

Foto repubblica.it

Milano, 13/02/2017 – GC

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