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1915 LA DATA CHE SEPARA I CEREALI ANTICHI DA QUELLI MODIFICATI

La base dell’alimentazione quotidiana è rappresentata dai cereali, basti pensare alla quantità di pane, pasta, biscotti, grissini o brioches che consumiamo quotidianamente. Ma conosciamo realmente l’origine del frumento che assumiamo? Non intendo la provenienza geografica o la zona di coltivazione, ma la storia delle spighe, la loro evoluzione naturale o ottenuta per incrocio.

Il 1915 è l’anno  che segna la distinzione tra cerali antichi e moderni, ovvero ottenuti in laboratorio. Il genetista Nazareno Strampelli, come ormai noto, ottenne il “Senatore Cappelli” per incrocio tra vari tipi di frumento originari dell’area mediterranea e noti per la loro capacità adattativa e resistenza.  Ne deriva che questa varietà non può essere considerata “antica” perché prima del secolo scorso non esisteva in natura. Venne creata per soddisfare le esigenze agricole: ottenere raccolti più consistenti in termini di volume e resistere a vento e parassiti

Negli anni ’70 avvenne la seconda e più importante modifica: attraverso bombardamento con i raggi gamma si ottenne il Creso, con tutti i suoi derivati: una varietà resistente ai parassiti, non allettabile e molto produttiva. Questa è la base di quasi tutti i prodotti presenti sul mercato (pasta, pane, dolci ecc..)

Consumare cereali antichi è importante non solo per mantenere la biodiversità ambientale, ovvero la varietà di semi e di piante, senza interferire con i naturali processi di crescita e selezione, ma anche per mantenere uno stato di salute ottimale. I cereali antichi non sono mai stati modificati dall’uomo, non hanno subito trasformazioni genetiche di laboratorio.

Un caso eclatante è quello del sorgo: abbandonato dopo la seconda guerra mondiale perché non utilizzabile dall’industria alimentare di massa. È infatti privo di glutine e di colore scuro. Fu relegato all’alimentazione dei vitelli in virtù delle sue proprietà nutrizionali: 100grammi contengono il 55% della RDA quotidiana di ferro ed il 41% di fosforo. È indicato per celiaci, intolleranti e salutisti, ma anche per i bambini poiché ha un alta quantità di vitamine B1, B2, B3 (o PP) così come E e tannini.

È chiaro che consumare cerali antichi comporta una scelta di salute, perché racchiude alimenti sani, prevalentemente biologici: sorgo, iervicella, rieti, monococco, saragolla, farro, ecc…

Invito tutti a consumarli quotidianamente ed andare alla ricerca di coltivazioni arcaiche, sviluppate prevalentemente tra Toscana e Umbria, anche per favorire il commercio di piccole aziende agricole.

 

 
Monia Caramma

 

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