PERSONE

UN PENSIERO PER JIAN ZHICHENG

A RadioVeg.it abbiamo l’abitudine di chiamare “anime belle” i nostri ascoltatori e chi ci segue perché ognuno di loro è un’anima bella come lo era la dott.ssa veterinaria Jian Zhicheng.

Apprendiamo la sua vicenda dal sito Non Solo Animali. Jian era, e già dal verbo coniugato al passato potete capire molte cose, Veterinaria e Direttore del Centro di Educazione degli animali e canile di Xinwu. La donna era stata costretta a mettere a dormire per sempre più di 700 cani e, per questo motivo, era stata fortemente attaccata e criticata dagli animalisti dopo la sua apparizione in tv e dopo la diffusione della notizia.

Jian non ha retto: si è suicidata. I giornali locali dicono che la donna ha lasciato un biglietto, spiegando il suo senso di colpa, la sua condizione di impotenza e quanto sia stato difficile dover dare la morte e non la vita a così troppi cani. Jian, aveva 31 anni, ha lavorato presso il canile statale per alcuni anni ed è stata descritta dai colleghi come una persona di buon cuore. Ha contribuito a far tornare in salute gli animali malati ed ha aiutato i randagi a trovare una nuova casa. La donna ha cercato con tutte le sue forze di promuovere l’adozione degli animali andando anche in tv per chiedere tutti di non comprare cani di razza perché molti erano i cani bisognosi di trovare famiglia. “Lo Stato non permette il sovraffollamento dei canili e concede solo 12 giorni di tempo da quando il cane entra in canile, trascorso il breve periodo, se il cane non viene adottato deve essere posto ad eutanasia. Io stessa ho dovuto sopprimere 700 animali in due anni”– ha detto la donna negli studi televisivi. Dopo la sua apparizione in tv, si è scatenata la rabbia di chi non ha capito che la causa non era proprio tutta della Dott.ssa ma anche dello Stato che impone la sua dittatura. Fatto sta, che dopo la sua intervista, Jian non ha avuto pace. Sui social network la gente ha scatenato una campagna contro di lei etichettandola come macellaia, assassina, psicopatica e molto altro ancora. La sua vita era sotto pressione. Volevano dalla Dott.ssa Jian una soluzione che lei non poteva dare. Si sentiva vittima di un sistema totalitario che disprezzava gli animali così come i propri lavoratori. A quel punto Jian ha usato per sé stessa la stessa iniezione che usava per i cani. La polizia e il marito, l’hanno trovata quasi priva di vita con l’ago ancora conficcato nella vena del braccio. La donna è morta in ospedale nel mese di maggio. Prima di morire Jian ha scritto un biglietto: “La vita umana non è diversa dalla vita di un animale. Morirò con gli stessi farmaci che mi costringono ad usare per uccidere gli animali e finalmente ritroverò il sonno, quello che ho perso due anni fa, quando guardavo negli occhi coloro che mi hanno obbligata ad uccidere, ogni giorno e senza alternative.” Il rifugio che dirigeva Jian ospita 500 cani e 100 gatti ma ogni volta che arriva un animale nuovo, un altro ne viene ucciso. Questo è il metodo penoso che lo Stato adotta per garantire lo standard qualitativo del canile. Ora al posto della Dott.ssa Jian verrà assunto un nuovo medico e tutto continuerà come prima perché in Cina non esiste una legge che tuteli gli animali e questo fatto non è certo colpa di Jian.

Riposa finalmente  in pace Jian, noi non abbiamo altro da dire.

 

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Milano, 07/06/2016 – GC

 

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