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IL FUTURO VEG DELLE SCUOLE ROMANE

Buone nuove da Roma: la sindaca Virginia Raggi si sta muovendo affinché dal primo settembre 2017 arrivi nelle scuole anche un menù vegan, bio e a km zero. La  notizia è apparsa su www.roma.today.it, ma di sicuro rimbalzerà da un sito all'altro e sarà causa di polemiche e discussioni.

I menù non saranno solo composti da frutta e verdura, ma realizzati in maniera più equilibrata verso il vegetariano, con l’aumento di frutta, verdura e cereali. La proposta, elaborata dal M5S, sarà inserita nelle linee guida del nuovo capitolato d’appalto delle mense scolastiche del Campidoglio, come annunciato nel corso di una seduta congiunta delle commissioni capitoline Ambiente e Scuola.

L’obiettivo è quello di dare un indirizzo verso una sostenibilità anche attraverso l’alimentazione, ricorrendo a menù che non contengano prodotti di origine animale, con un apporto di alimenti vegetariani importanti, per una volta a settimana. Si tratta dello stesso progetto realizzato a Torino dalla sindaca Appendino che prevede anche l’uso di materiali compostabili all’interno delle mense scolastiche e la raccolta differenziata dei rifiuti umidi.

L’appalto in essere sulle mense scolastiche scade il 30 giugno 2017, è quindi necessario predisporre il nuovo bando, infatti è stata già predisposta una bozza di memoria di giunta con le linee guida del nuovo capitolato: la gara odierna va dalle scuole d’infanzia a quelle primarie e secondarie ma non comprende gli asili nido, che invece saranno inseriti con il prossimo bando. Nel dettaglio, il bando avrà indicazioni riguardo l’utilizzo di «prodotti bio, tracciabili, alimenti Dop, Igp e a filiera corta nell’arco di 300 chilometri in linea d’aria, prodotti equosolidali, prodotti ortofrutticoli freschi, prodotti a ridotto impatto ambientale.

Per avvallare la proposta, alla seduta delle commissioni sono stati invitati esperti, ma, ovviamente, la polemica non è mancata. Per gli oppositori invitare gli esperti è utile, ma per farsi un’idea complessiva ritengono si debba invitare anche l’unione macellai, “altrimenti non va bene”. Dicono che spesso sono ingiustamente invitate solo determinate associazioni e non altre, ma sostengono di parlare del metodo e non del merito che, invece, sembrano intenzionati a seguire con attenzione visto che il tema della sostenibilità e della salute dei bambini non può che essere condiviso.

Non ci resta che attendendere gli sviluppi.

Foto: http://ostia.newsgo.it/ e Il Fatto Alimentare

Milano, 19/11/2016 – GC

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